'Dantedì' e gli echi danteschi nella storia del popolo ucraino

Grosseto: Il 25 marzo è il Dantedì, la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri ed è la data che segna l'inizio del viaggio nell'aldilà che il Sommo Poeta ci riferisce nella Commedia. Con questa giornata si chiudono idealmente le celebrazioni del Settimo centenario dalla sua morte, tenute in numerose città italiane ed anche in diversi luoghi del mondo.

«Molti eventi celebrativi - afferma Francesco Donati - denotano la volontà di sondare la realtà del mondo attuale alla luce delle osservazioni sulla natura umana che Dante riporta nelle sue terzine e che diventano anche il punto di partenza per  prevedere gli sviluppi futuri della nostra società. Questa volontà ha animato anche le iniziative culturali proposte durante il 2021 dal Comitato Celebrativo La Maremma per Dante.

In questo anno 2022, per l'occasione del 25 marzo, un ricco calendario di iniziative culturali ha coinvolto Firenze, Ravenna, e Verona. Non so se la Maremma, teatro presente anche nella Commedia, e soprattutto Grosseto, come candidata ad essere capitale della cultura italiana, risultato ahimè svanito, abbiano messo in cantiere delle iniziative. Purtuttavia ritengo che sia doveroso, ancora una volta, ricordare questa giornata con ciò che è stato ed è Dante Alighieri nella cultura mondiale e non solo italiana. Il valore letterario e poetico che rappresenta è scevro da strumentalizzazioni politiche, ma ritego importante, in particolare, richiamare ad una riflessione su gli echi danteschi nella storia del popolo ucraino.

Il forte senso patriottico e il marcato senso di libertà hanno sempre contraddistinto la storia tormentata del popolo ucraino. Fin dai tempi di Caterina II, che fece della tirannia lo strumento di governo e di potere, il popolo ucraino cercò una propria identità nazionale, raggiunta, senza alcun dubbio, grazie al contributo degli ambienti culturali di quel paese. Determinanti furono figure come il letterato Kotlyarevsky e Taras Shevchenko, poeta ed eccelso pittore, costretto al carcere dallo Zar Nicola I. Giova ricordare che Shevchenko, nato servo della gleba, rivendicò il suo diritto a vivere da uomo libero. Insieme a loro vanno ricordati molti altri studiosi che incontrarono attraverso la poesia dello stesso Shevchenko l'opera di Dante Alighieri.

L'intellettuale ucraino, infatti, fu uno dei traduttori della Commedia e con il suo lavoro identificò in Dante e nella Commedia stessa la fonte ispiratrice per contrastare prima l'oppressione zarista, poi quella bolscevica e sovietica nel 1921. Non c'è piazza di città ucraina che non abbia al centro la statua di Taras  Shevchenko. L'Ucraina, quindi, ispirata dall'Italia, ebbe nell'800 un grande impulso unitario grazie all'impegno degli intellettuali che individuarono in Dante il modello da seguire nella ricerca di valori certi e di una propria identità nazionale. Tale processo non è mai risultato semplice a causa delle tensioni create dalla presenza di varie etnie, retaggio della sua storia millenaria. Non minor peso hanno avuto inoltre alcuni comportamenti deplorabili che si sono verificati nel passato e che, da sempre, sono esclusi dalla sfera dei valori universali.

Alla luce dei fatti che viviamo in questi giorni, senza entrare in valutazioni che in questo contesto potrebbero risultare inopportune, emerge, comunque, ancora una volta, il forte spirito di libertà del popolo ucraino. La cultura italiana, coerentemente con i rapporti in essere con l'ambiente culturale ucraino, non può che condividere la  difesa della sua liberà.
Oggi la celebrazione del poeta fiorentino è importante in quanto lui, poeta e  profeta, e il suo messaggio appaiono ancora significativi. Mai mancò il suo amore per la società civile e per il senso di dignità, valori morali che esprime in tutta la sua opera. La nostra opportunità, nella società contemporanea, è quella di vivere per ciò che Dante auspicava, cioè per sostenere il modello di stato libero le cui leggi proteggano le nostre libertà. Il popolo ucraino - conclude Donati -, sull'onda degli echi danteschi, combatte ancora una volta la sua battaglia per non perdere questa opportunità e questi valori».