Dalle parole ai fatti. La guerra è scoppiata?
di Maria Francesca Aramini Grosseto: Siamo passati dalle parole ai fatti, fatti terribili, perché quando le bocche che parlano sono quelle delle armi diventa un dramma umano a cui non eravamo preparati nonostante ci fossero avvisi evidenti. Ci eravamo abituati, anche se triste dirlo, ai morti della Pandemia ma ai morti della guerra no.
Noi semplici esseri umani ci chiediamo come è possibile che un Paese usi le armi per raggiungere uno scopo politico? Che la Russia non avesse ancora digerito lo smembramento dell’Unione delle repubbliche di area sovietica, ma che lo zar arrivasse ad usare le armi ci sembrava assurdo, che la volontà di riprendersi ciò che pensa gli sia stato tolto ci sembrava impossibile nel terzo millennio. Di guerre nel mondo ne abbiamo notizia ogni giorno ma in molti casi non ne avevamo capito lo scopo finale.
La volontà espansionistica di Putin ci è sempre apparsa evidente, ma rischiare una guerra mondiale è pazzesco. Questa guerra non può essere una guerra con i moschetti, armi intelligenti che colpiscono con precisione; è una guerra telematica e informatica che mette a rischio banche e borse del mondo intero, in un attimo potrebbero essere hackerati siti determinanti di ogni paese, le forniture di beni essenziali e questo sarebbe il danno più pericoloso di una guerra.
Le armi sono come un messaggio che Putin manda all’Europa, minaccia i nostri confini, ma il pericolo più imminente è che voglia colpire l’economia dei paesi di area Nato diminuendo di fatto la volontà di sostegno e di intervento nella questione ucraina. È come se ci dicesse “fatevi i fatti vostri” ma noi sappiamo cosa successe quando la Germania invase la Polonia e noi rimanemmo a guardare, salvo intervenire quando il danno era ormai fatto.
Io, come voi credo, odio la guerra, ma la storia insegna che voltare la faccia per non vedere è la peggior scelta. Non accettare la guerra porta a subire la guerra. Da stamane ricevo messaggi da giovani che scrivono “ho paura”. E come non capirli, sopratutto chi dalla guerra ne è uscito e ha sperato che non sarebbe più successo, ed ecco che un, non voglio usare la parola pazzo, uomo si muove su carri armati per imporre un folle piano espansionistico. Ci siamo svegliati con la notizia “la guerra è scoppiata stanotte alle quattro” e ho rivisto un film già visto, e ciò non mi piace e sono certa non piace nemmeno a voi. Cosa possiamo fare, noi? Niente, oltre che stare a guardare e sperare che chi sta nella stanza dei bottoni scelga di fare la cosa giusta.