Ambiente: Bioactam nuova vita ai materiali di scarto

Martedì 29 novembre all'Unione dei Comuni dell'Amiata grossetano è in programma il primo di una serie di appuntamenti divulgativi del gruppo Bioactam, progetto realizzato da 13 partner amiatini e maremmani e che punta a sviluppare e validare una nuova generazione di prodotti, basati sulla pirolisi parziale di biomasse ligno-cellulosiche derivanti da attività forestali, agro-forestali e agronomiche

Arcidosso: Martedì 29 novembre, dalle 9.30 alle 13.30, in Sala Cred all'interno del Palazzo dell'Unione dei Comuni dell'Amiata grossetano, in località Colonia (Arcidosso), è in programma un primo incontro divulgativo “Introduzione al Biochar, passato, presente e futuro”. L'evento è organizzato dal gruppo operativo di “Bioactam - Innovazioni ottenute attraverso carbonizzazioni testate in Amiata e Maremma” che è il nome di un progetto finanziato dalla sottomisura 1.2 “Sostegno alle attività di dimostrazione e azioni di informazione” nell'ambito del Bando GO-PSR della Regione Toscana 2024-2020.

Capofila è il Consorzio Forestale dell'Amiata e l'obiettivo principale è quello di utilizzare e valorizzare i sottoprodotti, ovvero materiali di scarto e residui e altre materie grezze non alimentari ai fini della bioeconomia. Tredici sono i soggetti che cooperano attraverso un rapporto di partenariato. Oltre al Consorzio Forestale sono attivi importanti enti scientifici come L'Università degli Studi della Tuscia – DAFNE (Viterbo), l'Isis Leopoldo Ii di Lorena – CRISBA (Grosseto) e Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e la Tecnologia dei Materiali – INSTM (Firenze). Al fianco delle Università e delle scuole alcune aziende del territorio come Qualiterbe Srl (Pitigliano), Azienda Agricola Comandi Federico (Gavorrano), Vinciarelli Enrico (Saragiolo), Azienda Agricola Bussolino Roberta (Seggiano), B&C Tecnosystems Srl (Cinigiano) e Frantoio del Parco Società Cooperativa Agricola. Tra i soggetti coinvolti spicca anche Cia Toscana, la Cooperativa Heimat Servizi Ambientali (Arcidosso) e il Consorzio Olio Extravergine di Oliva Seggiano Dop. L’obiettivo generale del progetto è quello di sviluppare e validare una nuova generazione di prodotti, basati sulla pirolisi parziale di biomasse ligno-cellulosiche derivanti da attività forestali, agro-forestali e agronomiche. Il materiale proveniente da gestioni agro-forestali sostenibili dovrebbe essere impiegato nei settori vivaistico, agricolo e cosmetico, mirando ad aumentare la fertilità dei suoli, ad una mitigazione dei cambiamenti climatici e un concreto sviluppo delle green technologies. La sperimentazione è stata condotta su biochar ottenuti dal connubio tra settori forestale, agro-forestale, olivicolo, agricolo e vivaistico, in forma innovativa per il territorio. Nell'incontro in programma Martedì 29 novembre verrà introdotto proprio il biochar, un prodotto che sta iniziando a suscitare un certo interesse.

“L'incontro di martedì – spiega Giovanni Alessandri, coordinatore del progetto – è il primo di una serie e si punta a fare chiarezza su che cos’è il biochar e quali prospettive disegna per il futuro. Fondamentalmente si tratta di un prodotto di origine biologica vegetale, realizzato attraverso un processo di carbonizzazione o più tecnicamente di pirolisi lenta di materie prime organiche. In primis di biomasse lignocellulosiche ma non solo”. I soggetti coinvolti in questo progetto che si sta sviluppando sull'Amiata e in una porzione di Maremma ha cosa dunque hanno lavorato? “L’innovazione attivata con il presente progetto - prosegue-è stata quella di testare e mettere a punto, in sistemi prossimi alla scala di utilizzo, una nuova generazione di biochar, specificatamente progettati per l’impiego in settori ampiamente rappresentati nel tessuto produttivo regionale”. Tra gli aspetti innovativi la realizzazione di un forno mobile. “Una delle azioni messe in campo -conclude - è stata quella di sviluppare e validare una nuova generazione di forno mobile per biomasse legnose derivanti da residui di attività forestali o agronomiche, gestite in modo sostenibile, per ottenere Biochar da testare e impiegare nei settori produttivi, vivaistico, agricolo ed orticolo”.

Tutto il progetto ruota intorno alla volontà di creare una sinergia nella realtà rurale locale per risolvere le problematiche di recupero dei residui legnosi, aumentare la fertilità dei suoli e diversificare e qualificare dei prodotti. Martedì 29 novembre interverranno il dottor Leonardo Bianchini, processi produttivi del Biochar Università degli Studi della Tuscia – DAFNE (Viterbo), la dottoressa Rachele Venanzi – Caratterizzazione del Biochar e primi approcci applicativi CREA-IT- Monterotondo. Coordina il dottor Giovanni Alessandri, Studio Agricis.