Dramma lavoro per 53 famiglie della ex Copaim
Orbetello: «Nel comune di Orbetello - scrive Stefania Bondoni Segretario provinciale ArticoloUNO - viene a consumarsi un altro delitto economico e produttivo che da almeno un decennio colpisce il lavoro, i lavoratori e le maestranze nel nostro Paese. L'ex COPAIM, oggi di proprietà dei Fratelli Beretta e denominata “Sapori e gusti Italiani” azienda che produce alimenti preparati di prima qualità e presente sul mercato europeo, oltre che nazionale, rappresentava e rappresenta un presidio produttivo fondamentale per il nostro territorio.
Negli anni di massima produttività aveva raggiunto 200 lavoratori tra la produzione e i servizi, poi negli anni successivi scesero a 100 poi a 80 per le varie vicissitudini: fallimenti, alluvione del 2012, incendio, ristrutturazione economico finanziaria, passaggi di proprietà. Tutto questo avvenuto “silenziosamente”, “peccaminosamente” anche, da parte di tutti gli attori in causa. Oggi sono rimasti 53 dipendenti che da oltre due anni lavorano con orari ridotti, per pochi giorni al mese pur di preservare viva l'azienda e il posto di lavoro. Però l'intransigenza, ancora inspiegabile, dei Fratelli Beretta di voler chiudere l'azienda entro questo mese, non lascia margini alla contrattazione per cercare soluzioni economiche e normative per evitare un dramma sociale e familiare insopportabile per il nostro territorio.
Cosa si prospetta per questi lavoratori? Verrà loro concessa la cassa integrazione di almeno un anno, tale da salvaguardarli almeno fino a nuova, difficile, allocazione lavorativa? O verranno cacciati con una buona uscita mai congrua rispetto al “sudore speso in quella fabbrica per tanti anni”? Questo grave problema chiama in causa tutte le Istituzioni della nostra provincia e le organizzazioni sindacali. La lotta dei lavoratori della ex COPAIM per la difesa dell'azienda e la salvaguardia della produzione, deve trovare subito l'impegno fattivo degli amministratori e delle istanze regionali e nazionali che agiscono sul nostro territorio.
Il nostro partito Articolo UNO si è già attivato in sede di consiglio regionale e del parlamento, con il Parlamentare Federico Fornaro, per formulare una interrogazione e richiesta di intervento immediato. Riteniamo che fuori dalla fabbrica dovremmo esserci stati prima e anche adesso. Tutti, cittadini, Istituzioni comunali, partiti e sindacati a portare sostegno a quelle 53 famiglie. Questa ultima vuole essere un invito alla mobilitazione. Non per selfie ma, per un atto dovuto verso un diritto sociale sancito dalla nostra Costituzione: il Lavoro».