'Buoni postali, rischio tribunali intasati', l'arbitro bancario dà ragione a due grossetani, ma Poste non si conforma alla decisione
Confconsumatori scrive a Mef, Cassa depositi e prestiti e Poste Italiane dopo le vittorie arbitrali Grosseto: La scelta di Poste italiane di non rimborsare i consumatori, nonostante le numerose vittorie ottenute dinanzi all’Arbitro bancario finanziario, costringe a intasare i tribunali.
Per questo Confconsumatori ha scritto al ministero dell’Economia e delle finanze, alla Cassa depositi e prestiti e a Poste per chiedere spiegazioni in merito alla mancata ottemperanza alle decisioni dell’Abf sui rimborsi dei frutti tra il 21° e il 30° anno per i buoni postali fruttiferi della serie Q/P. È accaduto anche a Grosseto, dove due risparmiatori hanno ottenuto la pronuncia positiva dell’arbitro bancario alla, quale però Poste non ha inteso conformarsi.
LA BATTAGLIA – Confconsumatori ha avviato quasi un anno fa la battaglia “Buono tradito” per assistere i tanti consumatori che chiedevano aiuto all’associazione. Dopo decine di vittorie in sede arbitrale relativamente alla mancata erogazione dei frutti tra il 21° e il 30° anno, per i buoni della serie Q/P, Confconsumatori esprime biasimo rispetto alla decisione di Poste di non rimborsare quanto disposto dall’Abf, l’arbitro della Banca d’Italia.
RISCHIO DI UNA PIOGGIA DI CAUSE – «Consola il fatto che, dopo tante pronunce dell’Abf rimaste inascoltate – fanno sapere da Confconsumatori – adesso anche alcuni tribunali aderiscono alle indicazioni dell’arbitro, tanto che di recente con un'ordinanza un tribunale ha condannato al pagamento degli interessi anche sugli ultimi 10 anni di durata del buono, secondo quanto scritto a tergo del documento contrattuale che Poste ha consegnato ai propri clienti, inducendoli così a credere (in buona fede) in una fruttificazione poi negata dopo 30 anni. In questa situazione, siamo costretti a suggerire ai nostri associati che hanno ottenuto pronunce positive da parte dell’Arbitro bancario finanziario alla Banca d’Italia di far valere i loro diritti economici dinanzi ai tribunali».
LA LETTERA AL MEF – Intanto Confconsumatori ha chiesto ufficialmente con una nota al ministero dell’Economia e delle finanze e alla Cassa depositi e prestiti, oltre che a Poste Italiane, di «conoscere i motivi per cui un ente pubblico si sottragga volontariamente alla decisione di Banca d’Italia, una scelta che andrà ad intasare le aule di giustizia».
I CONTATTI – Nel frattempo, Confconsumatori prosegue nella sua campagna per tutte le vicende che riguardano i buoni fruttiferi postali. I risparmiatori possono contattare l’associazione scrivendo a risparmio@confconsumatori.it oppure rivolgendosi allo sportello di Grosseto, in via della Prefettura 3 (0564 417