Un ricordo di Gualtiero Vannucchi uomo tutto d’un pezzo
Forza, Gualtiero, affila quel coltello che hai usato mille e mille volte. Sì, proprio quello, che in gesti senza fine, ha tagliato bistecche e bracioline. Di tante botteghe nella via unica questa Tua macelleria ha resistito al logorio del tempo. Tu stai in piedi, dietro a quel bancone, mentre in silenzio un gruppo di persone paziente attende in fila il suo pacchetto riempito con fettine e un po’... d’affetto. Il tempo trascorre e non Ti segna. Il volto è attento, come si conviene, mentre lo spezzatino si... rassegna e la carta oleata lo trattiene. Talvolta trovi il tempo per pensare alla Tua vita scorsa sempre in piedi a quel mestier che presto Ti ha insegnato che ottieni molto in cambio, se non chiedi. Che vuoi farci, Gualtiero, se la gente, messi i pacchetti al chiuso della sporta, pagato il conto, frettolosamente, segue i suoi passi e dietro non si volta?
Ognun di loro ha una storia in cuore oltre a pensieri fissi nella mente. Così, mentre la carne è sul bancone, un tremito si sposa all’emozione. E Tu non puoi cambiare, macellaio. Sei fatto a modo tuo, tutto d’un pezzo. I Tuoi sorrisi fan di certo il paio con quello stil di vita cui sei avvezzo. I Tuoi silenzi non son mai casuali ma parlano di più delle parole che fuggono di bocca, sempre uguali. Tu non taci per caso, sono certo. Tu voli con la mente incontro ai volti che t’hanno salutato con affetto senza più varcar quell’uscio aperto.
Per diventar ricordi, macellaio, di tanta gente che ha pagato il conto. Non della spesa. Quello della vita. S’è incamminata lungo il marciapiede guardando in fondo, giù, verso il tramonto, col sorriso negli occhi. Ed è sparita.
Massimo