Settore autotrasporti: 'Caro carburante, attendiamo incontro con Governo. Se negativo passeremo alle proteste'

Grosseto: “Con estremo rammarico prendiamo atto che i nostri gridi di allarme per una situazione che sta definitivamente mettendo in ginocchio il comparto degli autotrasportatori  e che rischia di fermare l’intero Sistema Italia, ad oggi non ha ritrovato alcun riscontro” Mauro Squarcia, presidente settore autotrasporti Confartigianato Grosseto esprime tutta la sua preoccupazione per una situazione che rischia di essere irreversibile.

“Chiediamo rispetto e attenzione  per un settore che non si è mai fermato nemmeno nei tempi più cupi dell’emergenza sanitaria e che oggi è tra quelli maggiormente penalizzati a causa dell’impennata dei prezzi delle materie prima - spiega- Siamo difronte ad una situazione paradossale ed ingestibile per questo auspichiamo che dall’incontro che le associazioni del settore avranno con il Governo il prossimo 15 marzo, possano emergere interventi concreti e risolutivi. Abbiamo assistito a tante promesse e proclami, oggi chiediamo fatti. Se da quell’incontro non ci saranno risposte saremo costretti, nostro malgrado, a considerare  altre forme di proteste a partire dal giorno 19. In linea con il nostro modo di agire, anche in questa occasione, cercheremo di non far ricadere le nostre proteste sui cittadini ai quali intendiamo però spiegare le nostre ragioni e solo come ultima ipotesi intendiamo effettuare giornate di fermo ma senza bloccare strade o autostrade. Il Governo deve agire immediatamente  – continua Squarcia – Oltre allo stanziamento degli ottanta milioni per il settore dovranno esserci  interventi che tutelino la categoria. Chiediamo infatti un credito di imposta del 30% immediato sul gasolio ma soprattutto che si adotti la regola che vige per gli aerei, cioè che il maggior costo del gasolio sia ribaltato in fattura. Per meglio chiarire la questione basti pensare che, oltre a dover far fronte alla scarsità di carburante soprattutto l’extrarete,  per rifornire il serbatoio di un camion di 600 fino tre mesi fa servivano  680 euro: oggi ne servono 1.250 euro. Numeri da capogiro – conclude - impossibili da sostenere per le aziende del settore. Oggi il Governo deve decidere da che parte stare”.

“La situazione è diventata drammatica anche in Maremma dove ci sono circa 200 aziende dedite all'autotrasporto–  aggiunge Gianluigi  Ferrara dirigente settore autotrasporti di Confartigianato  – Continuando a tergiversare, il Governo si assume il rischio di mettere in ginocchio tutto il settore che a sua volta creerebbe danni incalcolabili per l’intero sistema economico nazionale. Come Associazione abbiamo più volte richiamato l’attenzione della autorità sottolineando che il settore non è in grado di  assorbire da solo tutti gli aumenti; stiamo infatti assistendo ad una batosta che si scarica interamente sui margini di profitto e sul valore aggiunto aziendale, considerato che i prezzi alla produzione nel trasporto merci, al terzo trimestre 2021, sono in calo dell’1,2% rispetto ad un anno prima.  Per questo auspichiamo un concreto ed immediato intervento che vada a  calmierare i prezzi per permettere all’autotrasporto, comparto strategico per il paese, di viaggiare con i giusti margini di dignità del lavoro, che consenta alle piccole imprese di sopravvivere, ci attendiamo inoltre una regolamentazione efficace delle soste e delle attese, un tavolo delle regole per l’accesso al mercato e alla professione dell’autotrasporto e un confronto serio anche in merito alla piaga, in forte espansione, dell’abusivismo".