Sedotti dalle fiction seriali: dipendenza o risorsa?

Accademia del libro – Biblioteca comunale di storia dell’arte di Montemerano- Sabato 3 maggio, ore 18. Incontro con Andrea Arrighi, psicoterapeuta. In dialogo con Donatella Borghesi, giornalista

Montemerano: Tutti innamorati delle serie. La svolta decisiva l’hanno data gli anni del Covid: è stato allora, nella solitudine forzata, che le serie proposte dalle grandi piattaforme internazionali dell’intrattenimento hanno conquistato un pubblico sempre più largo e trasversale. Oggi nelle conversazioni tra amici non è inusuale chiedersi: a che stagione sei arrivato? Oppure: ma l’hai vista l’ultima, non puoi perderla! D’altra parte la serialità ha sempre fatto parte della narrazione umana, dalle grandi saghe nordiche ai poemi omerici, dai feuilleton ottocenteschi dei grandi scrittori ai “romanzi a puntate” in bianco e nero della tv degli anni Sessanta… Che cosa ci lega a questa formula in streaming – la puoi vedere quando e come vuoi - che con il suo appeal sta trasformando anche il vecchio cinema? Lo chiediamo a Andrea Arrighi, psicoterapeuta junghiano di indirizzo biografico-filosofico, autore di L’energia delle (video) immagini, Creazione e racconto di sé attraverso il cinema e le sue variazioni, che sarà sabato 3 maggio, alle 18, all’Accademia del Libro – Biblioteca comunale di storia dell’arte di Montemerano.

“Viviamo in un mondo di incertezze e fragilità, dove tutte le nostre identità sono messe in discussione, e nei lunghi racconti ritroviamo parti di noi inespresse o dimenticate, oppure ci confrontiamo con chi è completamente diverso da noi. In questo processo mimetico ricostruiamo noi stessi nel viaggio della vita: la serialità in più passaggi temporali ci stimola ad affrontare l’attesa e il cambiamento, per questo ha una funzione terapeutica. L’immaginario dei videoracconti nel suo tempo/spazio dilatati ci spinge al confronto, capiamo come è fragile la nostra normalità, possiamo scoprire il bene anche nel male, come in Mare fuori. La formula della serie estremizza le dinamiche esistenziali, anche attraverso la violenza. Così la serie diventa una cura di sé, dove ognuno è spettatore ma anche co-autore delle immagini narranti. Lo dimostra il successo di Adolescence, sul tema dei giovanissimi in crisi, che sta facendo molto discutere”. Tutti content creator allora? Sicuramente questa compartecipazione emotiva spiega il successo globale di serie come La casa di carta, dove il paradosso della rapina diventa la denuncia del sistema dominato dalla finanza o Succession le dinamiche perverse della comunicazione o il fantasy Il trono di spade l’eterna sfida del potere… “Il rischio della dipendenza? C’è, ma forse è il suo bello. Pensi a un momento di evasione, ma poi ti trovi davanti a qualcosa che ti riguarda”.