Sanità, Gabbrielli: «Il maxi distretto della sanità non ha mai convinto»
Forza Italia PPE chiede un consiglio comunale per affrontare il tema della sanità a Grosseto
Grosseto: Un consiglio comunale per affrontare il tema del maxi distretto sanitario. È ciò che Forza Italia Ppe chiede per un confronto sul tema sanitario nel nostro territorio. «Credo sia opportuno riflettere sulla reale utilità del maxi distretto sanitario – spiega il consigliere comunale Amedeo Gabbrielli – che non ha mai convinto, fin dalla sua creazione, e che ha sempre disatteso le aspettative, con servizi che non sono sempre stati quelli auspicati».
Il momento è oggettivamente delicato per la sanità grossetana, lo dicono i dati che vedono grande sofferenza nel personale e di conseguenza nei servizi da mettere a disposizione dei cittadini. Mancano i medici di famiglia e c’è carenza di medici, in ospedale e in pronto soccorso, oltreché di infermieri. «L’aumento della popolazione nelle zone turistiche non è una novità per il nostro territorio – precisa Gabbrielli – per questo sorprende vedere che la costante è il disservizio che viene a originarsi in questo periodo, perché il maxi distretto sanitario non funziona come dovrebbe e il sistema si fa cogliere nuovamente impreparato. A subirne le conseguenze sono gli utenti, ma anche gli operatori sanitari che si trovano in pesanti difficoltà, costretti a lavorare sotto pressione. Per loro aumentano i rischi, le possibilità di commettere errori».
Il problema, in ogni caso, non si è originato solo adesso, come puntualizza Gabbrielli: «Le criticità ci sono sempre state, originate da un distretto troppo vasto a livello di perimetro e composto da territori troppo diversi tra loro, per peculiarità e caratteristiche, oltreché con esigenze e storie molto differenti».
Non si capisce perché per ventotto comuni debbano esserci solo due distretti dei quali uno di ben 20 comuni e uno di soli 8.
Le questioni da affrontare però non sono solo queste: «Non si comprende perché il comune di Grosseto sia stato sempre relegato nelle decisioni da prendere e nell'occupazione dei ruoli, con una marcata marginalità – conclude Gabbrielli – seppur detenga nell'assemblea dei soci il 22,31% rispetto al 9,31% detenuto ciascuno dagli altri comuni che ne fanno parte».