Questo mondo non mi piace
L’opinione di Maria Francesca Aramini Grosseto: Questo mondo ci piace sempre meno, il perché è fatto di mille situazioni, noi non eravamo preparati ad accettare crisi, disagi, povertà e guerre. Sopratutto abituati a guerre lontane, spesso con minimi nostri coinvolgimenti, gli italiani hanno vissuto queste guerre tramite i media, ma come notizia e niente più.
Poi Putin ha invaso l’Ucraina e quelle bombe così vicine ci hanno coinvolto, di colpo è riemersa la memoria di drammi di ieri. Ricordo di aver pensato che Putin stava facendo rivivere l’invasione della Polonia, quell’invasione che ebbe come conseguenza la Seconda Guerra Mondiale. Ma perché Putin, al di là delle giustificazioni deliranti, ha invaso un Paese Pacifico? Non è dato sapere visti i cambiamenti di motivazioni in corso di conflitto, ma una cosa è certa: Putin pensava di essere accolto a braccia aperte, che avrebbe cacciato Zalensky, che il nuovo Presidente avrebbe riportato l’Ucraina sotto l’egida russa. La Grande Madre Russia avrebbe riabbracciato i suoi figli.
Questa io penso sia la motivazione emotiva di Putin il nuovo Zar, che sognava il ritorno della grande potenza, che vegliava sui suoi sudditi. Non ha mai fatto mistero del suo dolore per lo smembramento della Grande Russia. Ma il politico vedeva lontano e aveva capito che il gas sarebbe stato la più potente arma per una guerra politica contro lo strapotere americano. Per ottenere il premio che è convinto di meritare ha portato alla morte moltissimi uomini, raso al suolo intere città e costretto donne, bambini e anziani a fuggire dal proprio paese; mentre gli uomini hanno opposto una strenua difesa, impedendo che un sogno terribile si potesse realizzare.
Basta rileggere quello che affermava subito dopo essere salito al potere e in seguito. Nei primi anni del 2000 Putin esprime in un documento ufficiale del Cremlino la sua duplice intenzione: da una parte ricostruire dalle fondamenta l’industria nazionale degli idrocarburi, devastata dalle forti privatizzazioni di Eltsin, dall’altro fare dell’energia l’architrave del ritorno della potenza russa a livello internazionale. Noi abbiamo sempre visto il gas come un fatto commerciale, per la Russia è un fatto politico. Nel tempo l’Europa si è dimenticata che l’energia è un fatto politico, non meramente economico. Ora paghiamo le conseguenze di questa ingenuità e siamo dipendenti dalla Russia per il gas.
Mattei aveva evitato lo smantellamento dell’AGIP, in seguito politiche cieche per pochi spiccioli limitato o abbandonato le nostre estrazioni, l’Italia nel suo sottosuolo ha un un tesoro ma ha preferito pagare meno ma pagare ad altri, su 1298 pozzi estrattivi solo 514 sono attivi, inoltre non abbiamo differenziato i fornitori. Ora non sappiamo se questo governo risolverà questa situazione evitando un prossimo inverno al freddo e la chiusura di molte attività economiche. Non abbiamo dimenticato e non sappiamo se Putin raderà al suolo tutta l’Ucraina, sappiamo che ancora moriranno tanti uomini eroi che difendono il patrio suolo, nemmeno quale futuro ci riserva lo Zar. Dei fini di quest’uomo nessuno riesce a capire ma comunque andrà, questi mesi di massacri e distruzioni nessuno potrà mai dimenticare.
Noi ci siamo e speriamo che la buona volontà del governo risolva il problema energetico, visto che già ci hanno lasciato in mutande non ci facciano anche gelare il popò.