Quel ponte al Lago dell'Accesa a molti non piace

Massa Marittima: «Quel ramo sul lago di Como - si legge nella nota della Segreteria PCI Colline Metallifere -, non è così, non è un ramo ma un ponte costruito in un canale del lago dell’Accesa, un lago che non rimembra i Promessi Sposi ma è un sito di interesse regionale sul quale sussistono molti vincoli per la sua tutela e la salvaguardia dal punto di vista naturalistico ambientale per la presenza di un ecosistema particolarmente fragile, vincoli che senz’altro saranno rispettati ma è un ponte che non  piace.

Un’opera, se così si può definire, che ha scatenato una querelle molto partecipata e con toni accesi tra i massetani e non.

La stragrande maggioranza boccia la realizzazione di un opera dalle dimensioni esagerate che ha un impatto visivo dubbio e, per quanto attiene l’utilità, in tanti la ritengono superflua.

Le foto fanno la testimonianza e quello che in molti ritengono un bene da conservare nella sua integrità non può essere oggetto di interventi così invasivi che lo deturpano e che potrebbero anche pregiudicare quell’equilibrio che è molto fragile rispetto all’ambiente Lago.

Sulla vicenda sarà inviata una nota per chiedere chiarimenti all’amministrazione anche da parte della segreteria del PCI delle Colline Metallifere che ha sempre riservato attenzioni al lago e alle pertinenze.

Nella nota non solo si vorrà sapere i costi dell’opera, i criteri e le modalità con le quali si è giunti a fare la scelta ma anche le procedure e le prassi adottate dal momento che non vi sono tracce e riscontri in merito neppure in loco e, a quanto viene riferito, il lavoro appaltato è stato poi subappaltato ad altra ditta e su questo si chiederà la procedura adottata a quali norme si riferisce.

Inoltre si vuole mettere in evidenza che dopo la chiusura dell’accesso sulla strada dell’Accesa disposta dal comune, i veicoli sono costretti ad entrare dall’altro ingresso in località La Pesta e questo non è certamente messo in una posizione e in buone condizioni di manutenzione che genera possono essere pericolose per la circolazione poiché le condizioni dello stesso sono a dir poco pessime e l’ingresso e l’uscita dei veicoli non è tra le migliori dal momento che le due strade sono parallele e poste ad una distanza che non consente manovre in sicurezza.

Una questione quindi che si pone e merita soprattutto una maggiore attenzione e sensibilità per la tutela di molteplici aspetti che fanno parte di uno dei migliori patrimoni naturalistici, archeologici e storici del nostro territorio».