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PCI: "Le barriere architettoniche restano anche se legge del 1986 voleva eliminarle"
Massa Marittima: «Si chiama Piano Eliminazione Barriere Architettoniche (PEBA) - afferma in una nota Daniele Gasperi del PCI Massa Marittima - ed è lo strumento in dotazione delle Amministrazioni Comunali che è in vigore dal 1986, con la legge 41.
All’art. 21 si parla degli per gli edifici pubblici ed è integrato con Legge 104/1992 art. 24 comma 9 per gli spazi e aree urbane. La legge estende anche l’obbligo che sia strumento di pianificazione negli strumenti urbanistici per le nuove edificazioni, così ogni fabbricato realizzato dovrebbe contenere appartamenti con caratteristiche “senza barriere”.
Nel nostro comune invece assistiamo a parate in cui si annuncia e lo si fa da anni, questa come scelta politica prioritaria ma nella realtà l’unica certezza che sembra andare a buon fine è la costruzione di un ascensore per disabili, sulla cinta muraria nella parte alta della città, per raggiungere il camminamento della Torre del Candeliere.
Buona cosa, certamente, ma sinceramente è un po’ poco, non basta.
Riteniamo che si debba arrivare ad uno studio che non necessita di risorse imponenti per andare a rilevare quelle che sono gli edifici pubblici e privati che hanno barriere architettoniche e programmare interventi che servirebbero anche a incrementare quel tipo di turismo accessibile a tutti che manca».
«Si dovrebbe anche fare interventi minimi - continua Gasperi - che potrebbero essere eseguiti da subito come ad esempio l’eliminazione degli scaloni dei marciapiedi in prossimità degli attraversamenti pedonali e adeguare, laddove possibile, marciapiedi a misura di carrozzine togliendo o facendo togliere quegli ostacoli che spesso sono pericolosi e rappresentano difficoltà per chi deambula, figuriamoci per chi ha difficoltà motorie».
«La nostra città deve essere aperta e il territorio "vivibile per tutti". I nostri concittadini - conclude l'esponente del PCI - devono poter usufruire dei servizi in modo conforme alle proprie esigenze e, in concomitanza con l'afflusso di turisti per loro, avere la possibilità di poter visitare la nostra città e le nostre bellezze architettoniche in modo agevole.
Una "città reale" alla portata di tutti. Alcuni precedenti ci preoccupano, visto il modo di come è stato concepito e costruito il ponte del Lago dell'Accesa che, evidentemente non ha seguito quelle norme dettate dalla legge sulle barriere architettoniche quindi è possibile che un piano non esista e se esiste è messo da una parte e guardato bene poco».