‘Oggi parliamo di… ': la Valle dei Bai, un territorio pieno di storia e di leggende
Rubrica settimanale di approfondimento culturale, storico, educazione civica, scuola e attualità. di Simonetta Baccetti
Oggi voglio parlarvi , della Valle dei Bai, di quella che fu la fiorente Terra dei Bai, un territorio pieno di storia, conosciuto per l’abbazia di S. Salvatore in Giugnano, ma non solo , ve lo assicuro è molto altro, un territorio che intorno all’anno 1.000 era centro del potere ecclesiastico, di ripresa, di artigianato e lavorazione dei metalli. La zona di Giugnano era caratterizzata da mulini, fornaci, che utilizzavano le acque del Bai, torrente che inizia il suo percorso a nord di Sassofortino, e percorre verso sud il territorio di Roccastrada.
Il monastero di Giugnano sorge vicino al torrente Bai, in località le Casacce, in molti ne conosciamo la storia e l’importanza storica, sulla sua nascita non vi è certezza, ma sappiamo che se ne parlava già in una carta nel 1076, che nel 1209 il monastero è stato posto da Papa Innocenzo III alle dipendenze dell'abbazia di S. Galgano in Val di Merse, e nel 1257 S. Salvatore passò dai cistercensi agli eremiti agostiniani.
Dell'abbazia, oggi si può visitare quello che rimane dell’edificio gotico e la cripta romanica.
Struttura suggestiva e di una bellezza che incanta, la sua origine è avvolta nel mistero. L’ambiente è favoloso, si ha come la sensazione di tornare indietro nel tempo.
Il mulino di Giugnano (foto scattata negli anni 70 prima della ristrutturazione) La valle dei Bai ci regala anche un altro edificio di importanza storica, il mulino di Giugnano, dove il grano si trasformava in farina.
Le macine giravano con la forza dell’acqua, proveniente dai Bai tramite la gora.
Da piccola ho avuto la fortuna di vedere con i miei occhi come lavorava il grano questo antico mulino, ricordo ancora il mugnaio che vi abitava, spesso si presentava tutto bianco, ricoperto dalla polvere delle macine.
Davanti alla porta il più anziano del mulino, che con arte maestra, creava i panieri.
Accanto al mulino di Giugnano un altro edificio , oggi rudere, che si presume essere stato un secondo mulino, così raccontano gli abitanti della zona.
L’antica fornace
Come vi dicevo, nel medioevo, questa non fu solo un territorio di importanza religiosa, ma di contesti produttivi. In foto si può notare, una antica fornace, di cui spesso si parla, ma che sicuramente in pochi conoscono, è ricoperta da una folta boscaglia, che la rende invisibile.
Sita vicino al mulino di Giugnano, ci permette di capire come questo territorio era ricco, fiorente e in movimento. Nel proseguo verso sud del torrente , prima del ponte Bai, vecchi ruderi, sorgevano lungo il fiume, si vociferava essere stata una struttura dove si lavoravano i metalli. Nella parte dell’area interessata, si denota un terreno diverso, che impedisce anche la lavorazione della terra.
Naturalmente non possono mancare le leggende, intorno all’Abbazia di San Salvatore di Giugnano ; tra fantasia e mistero, una di queste narra di un lunghissimo sotterraneo tra l’abbazia e la Chiesa del Convento di Roccastrada, per non farci mancare nulla, il mito di un tesoro nascosto nei cunicoli dai frati, dove tra i tesori nascosti si narra vi sia la vera spada di Galgano Guidotti.
A noi non è lecito sapere, queste leggende, avvolte nel mistero, tra realtà e fantasia, parlano di questa terra, non può bastare un articolo per raccontare l’importanza storica di questo territorio, spero solo di avere acceso un po' di curiosità, su questa terra storicamente importante e per tanti aspetti ancora misteriosa.