Nato dalla penna di Giorgio Gaber e Sandro Luporini a Follonica 'Il dio bambino' con l'attore Fabio Troiano
Domenica 27 marzo alle 21.15 al Teatro Fonderia Leopolda un racconto di tragicomica, potente contemporaneità.Follonica: Il cartellone del Teatro Fonderia Leopolda di Follonica prosegue con "Il dio bambino", lo spettacolo che andrà in scena domenica prossima, 27 marzo, alle 21.15. Ambientato in un metaforico locale in disfacimento, tra bottiglie semivuote e fiori calpestati, a raccontare allusivamente una sorta di festa finita male, Il dio bambino è uno spettacolo contrappuntato da frammenti di canzoni di Giorgio Gaber, che guidano lo spettatore nell’interpretazione di un racconto di tragicomica, potente contemporaneità.
La regia di Giorgio Gallione, prezioso motore di una rinnovata vita scenica del teatro di Gaber (recente il suo applauditissimo Il Grigio con Elio Germano), valorizza l’attualità e l’empatia di questo testo, trovando un perfetto connubio con l’interpretazione di Fabio Troiano, talentuoso e versatile attore di teatro, cinema e tv, abile nell’attraversare con analogo successo testi comici e intimisti, qui atteso a una funambolica prova d’attore.
Il dio bambino è una normalissima storia d’amore che permette agli autori di indagare su quello che oggi dovrebbe essere un uomo, le sue caratteristiche, la sua maturità. Scritto nel 1993 da Giorgio Gaber con Sandro Luporini, è un esempio emblematico del “teatro di evocazione” dell'autore. È una storia d’amore che potrebbe essere capitata a chiunque, vista ovviamente da un’angolazione maschile. Un uomo a confronto con una donna, il miglior testimone per mettere in dubbio la sua consistenza e il suo essere adulto. A quasi trent'anni dalla sua creazione, lo spettacolo è ancora oggi un testo di incredibile forza, attualità, e lucidità, cinico e commovente.
Come d’abitudine, Gaber e Luporini conducono un’indagine lucidissima, mai autoassolutoria, spietata e affettuosa al contempo, che cerca di radiografare le differenze tra questi due esseri, così simili e così diversi, con la consapevolezza che se queste differenze si annullassero, la vita cesserebbe di esistere. Così tra le righe affiora la speranza, il ponte verso un futuro meno imperfetto. Nel Dio bambino è la nascita di un figlio a far ritrovare al protagonista il senso del proprio agire, tra lampi di autoironia e umorismo. Un teatro disturbante, nel suo stimolo a ripensare a noi stessi, ma di grandissima empatia.