Mercato cerealicolo, analisi del presidente di Granai di Toscana

Graziano Chelli: "Chiediamo un giusto margine per lavorare serenamente e che al consumatore finale arrivi il prodotto ad un prezzo sostenibile".Grosseto: Graziano Chelli, Presidente dell’OP Granai di Toscana che ha sede a Pomonte ed è anche produttrice dell’omonima pasta prodotta con grano 100% Toscano, cerca di fare un'analisi sull’attuale situazione del  mercato cerealicolo.

“In passato si era già vissuto un momento simile, in quel caso si scoprì a posteriori che si trattava di una  speculazione finanziaria,  oggi, a mio parere, la situazione è diversa e ci sono molteplici concomitanze che hanno contribuito in maniera determinante. In primo luogo – prosegue Chelli – troviamo l’impatto dell’andamento climatico che ha compromesso il raccolto di alcuni paesi che sono storicamente esportatori  verso l’Italia (Canada, Australia, etc.) questi in alcuni casi sono addirittura dovuti diventare importatori di grano duro. Ovviamente la mancanza delle produzione di questi colossi, sommata alle accreditare  informazioni di scarse scorte mondiali, ha fatto salire i prezzi fino a superare i 50 euro al quintale e la situazione attuale lascia pensare che anche per la prossima campagna il prezzo del grano duro rimarrà  interessante.

Da queste riflessioni - continua il presidente - in prima battuta, verrebbe da pensare che gli agricoltori facciano lauti guadagni in  questo mercato, ma la realtà è che in molti non aspettandoselo di certo, o spesso per imminente necessità  di liquidità, hanno venduto il proprio grano ad inizio campagna a prezzi molto più contenuti, basta pensare  che ad oggi sono in essere contratti che prevedono un  prezzo di 29 euro al quintale fino al 31/12.

Un'altra tempesta che ha travolto gli agricoltori è l'aumento vertiginoso e costante del prezzo di concimi, azotati e gasolio, che stanno investendo nella nuova campagna agricola senza una certezza di un prezzo  remunerativo.

Quello che sarebbe dunque  auspicabile – conclude - è che vi fosse un equilibrio che permetta al produttore di avere il giusto margine per lavorare serenamente e che al consumatore finale arrivi il prodotto ad un prezzo sostenibile, ad oggi però, per fare un confronto, costa più una tazzina di caffè che  una confezione di pasta”.