Lingue straniere, perché iniziare ad apprenderle fin da piccoli cambia la vita

Negli ultimi anni, si parla sempre di più dell'importanza di insegnare le lingue straniere ai bambini fin dalla più tenera età. Si tratta ormai di una necessità in un mondo globalizzato e sempre più competitivo.

Iniziare quando i bambini sono piccoli comporta diversi vantaggi. Innanzitutto nella prima infanzia non è presente il fattore dell'ansia da prestazione, problematica che, molto spesso, ostacola i percorsi di studio portati avanti da adulti.

I bambini, inoltre, sono particolarmente propensi ad acquisire la lingua, ossia ad apprenderla in maniera naturale senza focalizzarsi sullo studio delle regole grammaticali, il che comporta una padronanza solida in tutti gli ambiti della comunicazione.

Quando i genitori decidono di insegnare una lingua straniera al proprio figlio in tenera età, soprattutto se non hanno conoscenze in ambito pedagogico, si chiedono se sia o meno opportuno assoldare un insegnante privato esperto.

Si tratta di una scelta da evitare.

L'apprendimento di una lingua nella prima infanzia non dovrebbe essere caratterizzato da un approccio verticale. Come già accennato, la scelta migliore è la naturalezza, che passa sia dall'imitazione dei discorsi degli adulti, che dall'aspetto ludico, con giochi educativi specificatamente dedicati all'apprendimento di nuove lingue. Chi vuole testarne diversi modelli per capire il più adatto al proprio bambino, può risparmiare sull'acquisto grazie ai coupon reperibili sul portale Topnegozi, punto di riferimento in Italia quando si parla di codici sconto.

Oltre ai genitori, anche i docenti possono contribuire tantissimo a un percorso di apprendimento che può dare una marcia in più al percorso di crescita del bambino.

Fondamentale a tal proposito è anche l'utilizzo della lingua quotidianamente nelleattività didattiche, possibilmente nel corso di momenti all'insegna del divertimento e della spensieratezza come quelli in cui si cantano canzoni, leggono storie e/o poesie.

Man mano che i bambini crescono, le figure che si occupano della loro educazione possono ampliare la gamma di attività in lingua anglosassone, includendo, per esempio, la visione prima di cartoni semplici e, successivamente, di film più lunghi.

Facciamo un passo indietro, guardando in maniera specifica al percorso di apprendimento da 0 a 3 anni, un periodo prezioso soprattutto per via del massimo livello di plasticità del cervello del piccolo.

Per avere maggiori garanzie di arrivare al risultato, è fondamentale orientare l'apprendimento verso uno schema di tipo passivo, puntando sulla comunicazione diretta tra adulto e bambino.

Quest'ultimo non deve per forza aver imparato a parlare con senso compiuto la lingua italiana. Introducendo parole e frasi nel secondo idioma durante momenti quotidiani come il cambio del pannolino, la routine prima della nanna e la pappa, con il tempo si possono ottimizzare i processi di acquisizione naturale.