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‘La prossima settimana...’: accoglienza? Si certo, ma non per tutti!
di Raffaello Milani Oggi affronteremo il problema accoglienza mettendolo un po’ tra il serio e il faceto, tra l’importante e lo scherzoso, questo perché sotto sotto un problema che a mio avviso sotterra l’italica gente è quello della coerenza.
Intanto conosciamo un prim’attore importante che fa al nostro caso: il cinghiale di Ravi, un paesino del nostro hinterland nel comune di Gavorrano (GR) di nome Dondo. Esso ha preso la “bella abitudine” di frequentare il paese raccogliendo qua e la qualche boccone di pane, qualche mela, un po’ di cibo che la benevolenza dei cittadini del paesino gavorranese gli regalano mentre passeggia indisturbato per le vie del paese. Indisturbato e anche non “disturbante” a quanto leggo dagli articoli online ma pur sempre pericoloso in quanto selvatico. Tutto questo pericolo però la star “Dondo” non sembra ribatterla a chi, un anziano signore del paesino che si era impaurito, gli ha mollato un bel “pattone” (schiaffo) per allontanarlo ed il buon cinghialotto ha incassato e s’è tolto dalla vista del signore impaurito. Dopo un po’ però pace è fatta con il frettoloso anziano che gli regala una mela che Dondo accetta più che volentieri. Evviva Dondo quindi… no mi sa che invece Dondo non vivrà tanto di più a Ravi perché diciamocelo da un po’ fastidio, infatti leggo che il sindaco di Gavorrano ha già emanato un’ordinanza per “allontanarlo” visto che rappresenta un pericolo, o meglio per vietare ai cittadini di alimentarlo. Poi c’è chi già pensa alla catastrofe umanitaria che questo irsuto molto presto provocherà tra la popolazione Ravigiana, il sig. Andrea Busetto Vicari responsabile nazionale della Confederazione italiana liberi agricoltori per la fauna selvatica, che “attaccandosi” alle disposizioni di legge configura come catastrofica e pericolosa la presenza di questo Tirannosaurs Rex della Maremma nel piccolo paesino auspicandone cattura e abbattimento. E poi vuoi mettere, si è pure grattato sulla carrozzeria di una vettura danneggiandola con profondissimi solchi giustamente eliminabili solo attraverso una totale riverniciatura… A parte le battute quello che volevo sottolineare come sia facilissimo e anzi quasi ovvio affrettarsi a dare contro a chi come il povero Dondo che, ahi lui verrà presto catturato e, chissà, se non finirà la sua carriera su una bella tavola imbandita. Se a Dondo si fanno tutte queste storie mi chiedo come mai si aprono le porte a tantissimi personaggi provenienti da oltre mare il cui curriculum è decisamente molto più “pericoloso” di quello del “poro Dondo”. Sarebbe da domandarsi se il signor Busetto Vicari riserverebbe altrettanto trattamento al clandestino arrivato con il barcone della ONG di turno che nel suo paese faceva di professione il delinquente, spero vivamente di no altrimenti sarebbe decisamente pericoloso. Ma altrettanto pericoloso è permettere, insistere, giustificare, che questi personaggi siano in primis ammessi sul territorio nazionale, rifocillati, difesi e pure pagati mentre ad altri nostri connazionali viene riservato un bel “Dondo-Trattamento” (in senso metaforico ovviamente). Ciò che non capisco, o meglio capisco ma non accetto, è l’incoerenza degli italici abitanti pronti ad applicare pedissequamente la legge e farla rispettare quando sanno che possono guardare dall’alto in basso mentre sono pronti a pronarsi e abbassarsi tutto l’abbassabile quando si parla di un tema forte come l’immigrazione incontrollata, non accetto assolutamente che non si cerchi di comprendere che un “animale”, che pur sempre selvatico, si avvicini all’uomo non per aggredirlo ma per ricevere un po’ d’affetto e del cibo senza chiedere nulla in cambio. Un animale riesce a tirare fuori il meglio dagli esseri umani ma è tanto difficile comprenderlo e accettarlo, è molto più facile comprendere che, come ebbe a dire la sig.ra Boldrini, che la cultura degli immigrati diventerà la nostra e, aggiungo io, nel bene e nel male? Oggi il fenomeno immigratorio è passato in second’ordine, o meglio quasi sparito dietro ai fendenti della tragedia Ucraina e prima del Covid19 ma se andremo in 15^ pagina dei quotidiani nazionali ci accorgiamo che gli sbarchi non sono finiti… anzi abbondano e noi accogliamo serenamente senza battere ciglio. Il povero Dondo però ci affrettiamo a sbatterlo in “riserva” o se non addirittura ad abbatterlo per buona pace dei ravigini che forse ci s’erano pure affezionati.
Vediamo ora cosa succederà la Prossima settimana!
mmm… buono non sa neanche di selvatico e la carne è davvero tenera, fatto poi alla scottiglia o alla brace, o arrosto con le patatine o in umido è eccellente sto cinghiale. Chissà se il commensale del ristorante sa che quella prelibatezza un po’ di tempo fa lo avevano chiamato Dondo e che gironzolava per Ravi. Chissà se quel cliente di quel ristorante dopo aver saputo la storia di quel pezzo di carne, che ha gustato a piene “ganasce”, che era stato in cerca di un po’ di affetto, e di cibo ovviamente, ma per lui il destino è stato segnato da chi voleva applicata la legge alla lettera si sentirà un po' in colpa per il pranzo luculliano. Chissà se la cuoca, il ristoratore, il macellaio ed il cacciatore sono così indulgenti con chi arriverà a Ravi da oltremare e non chiederà una mela ma la pretenderà, chi invece di lavorare per mantenersi preferirà bere birra e cazzeggiare in piazzetta e andare a mangiare dove sono obbligati a darglielo. Chissà se arriverà un umano di nome Dondo che si rimboccherà le maniche e cortesemente s’impegnerà a sostenersi, a lavorare e darà una mano a migliorare quel paesino, magari quel Dondo li non riceverà uno schiaffone ma da parte mia di sicuro un bravo ed una bella stretta di mano e tanta riconoscenza si…. “Forza Dondo" comprendi che l’omo alle volte non capisce davvero una m….azza!!! W Dondo e tutti coloro che metaforicamente vivono una storia simile.
Buona settimana e al prossimo evento, intanto aspetto i vostri commenti.