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Italia Nostra Maremma Toscana su impianto fotovoltaico alle Strillaie
Grosseto: "La realizzazione di un impianto fotovoltaico di 40 ettari alle Strillaie è per noi oggetto di seri dubbi e forti perplessità e ci appare come l'ennesima speculazione energetica, finalizzata a massimizzare l’utilità marginale di un'azienda privata, che, pur consumando suolo, ci vuole essere presentata “come contributo al miglioramento della crisi ambientale”. Così Anna Bardelli, presidente Italia Nostra Maremma Toscana.
"L’area interessata dal progetto, - spiega - sorge a ridosso di un grande impianto di trattamento rifiuti e per questo c’è il rischio che i 40 ettari, interessati dal futuro impianto fotovoltaico, possano essere stati contaminati da sostanze anche altamente inquinanti o addirittura radioattive, visto il ritrovamento di materiali radioattivi di un paio di anni fa, denunciato dall’articolo di cui riportiamo il link: https://www.ambientebio.it/ambiente/ecoreati/trovato-materiale-radioattivo-tra-i-rifiuti-a-grosseto-si-cercano-i-responsabili/.
L’impianto Le Strillaie inoltre sorge in prossimità di una falda freatica e, se il suolo fosse stato contaminato da sostanze inquinanti, potrebbe anch’essa essere inquinata con il rischio di una contaminazione dei canali e dei pozzi presenti in quell’area. Chiediamo se siano state effettuate, o siano in programma, le necessarie verifiche e bonifiche che una volta realizzato l’impianto non sarebbero più possibili.
Inoltre, la vicinanza di specchi di acqua e di aree umide che sono di importanza internazionale e di grande valore naturalistico, rischia di rendere tale impianto fotovoltaico di dubbia valenza ambientale; potrebbe anzi costituire per l’avifauna migratoria un fattore di disturbo e alterare il ben più vasto habitat di aree umide protette che ospita i loro stanziamenti stagionali. Chiediamo quindi se sia stata valutata l’incidenza ambientale di tale scelta e, se se così fosse, che sia data ampia pubblicità agli accertamenti di tale valutazione.
Si aggiunge che il degrado paesaggistico che andrà a sommarsi ad un’area già degradata, non inciderà certo positivamente sulle economie che hanno nel paesaggio il loro punto di forza, come la ricezione agrituristica e le attività turistiche".
Proponiamo allora un'alternativa compatibile al progetto.
"Grosseto ha una zona industriale ampia oltre 150 ettari, disseminata di piazzali asfaltati e capannoni, in buona parte degradati, che già impermeabilizzano il suolo e le cui superfici esposte al sole non fanno che contribuire ad innalzare le già roventi temperature estive della città. E allora perché non richiedere alla società Sorgenia di promuovere un consorzio fra proprietari di attività artigianali e commerciali della zona industriale, al fine di affittarne i tetti per l'installazione dei pannelli fotovoltaici? Questa scelta consentirebbe alle attività economiche di riscuotere gli affitti delle superfici, oppure di godere di tariffe agevolate per i loro consumi energetici, contribuendo realmente (e non fittiziamente) al benessere della nostra città. Consentirebbe inoltre una riqualificazione sia ambientale ed urbana che edilizia dell'area industriale. La nostra proposta pertanto è quella di installare i 40 ettari di pannelli nella zona industriale, piuttosto che nel territorio aperto e, nel caso se ne voglia installare una parte nell’area delle Strillaie, di utilizzare solo le coperture degli edifici dell’impianto di trattamento rifiuti", conclude Anna Bardelli, presidente Italia Nostra Maremma Toscana.
foto di repertorio