Cia Toscana alla Regione: "A rischio settore ovicaprino e territorio"

Firenze: “Il Parlamento Europeo ha preso atto di quello che stiamo ripetendo da anni, ovvero che il sovrannumero di grandi carnivori, in Toscana ma anche in Italia ed in gran parte d’Europa, non è più sostenibile per gli allevamenti zootecnici, per quanto riguarda la nostra regione, in particolare per gli allevamenti ovicaprini. Le parole che giungono da Bruxelles sono apprezzabili e pienamente condivisibili, ora, però, è necessario passare ai fatti, con urgenza”. A sottolinearlo è Claudio Capecchi, vicepresidente Cia Toscana e presidente Cia Grosseto, commentando la risoluzione del Parlamento europeo sulla “Protezione degli allevamenti di bestiame e dei grandi carnivori in Europa” Negli ultimi mesi sono aumentati anche i costi di protezione da parte degli allevamenti, ed anche in questo senso il Parlamento Europeo evidenzia le maggiori problematiche a carico le aziende. Ora per Cia Toscana è il momento che la Commissione, gli Stati membri e le Regioni, adottino le misure appropriate per ridurre l’impatto dei grandi carnivori. “I contenuti della risoluzione del Parlamento Europeo -prosegue Capecchi- sono in linea con le proposte di Cia Toscana che abbiamo presentato nel 2019, proprio in un convegno dedicato ai problemi degli allevamenti toscani. Negli ultimi anni c’è stata una forte riduzione degli allevamenti in tutta la Toscana ed in particolare nel territorio grossetano, oltre ad una riduzione della marginalità economica per le aziende. E dove c’erano allevamenti, oggi ci sono territori abbandonati”.

I dati del Copa Cogeca, indicano infatti l’Italia come Stato Ue in cui c’è stato il maggiore aumento della popolazione del lupo, pari all’87% negli ultimi cinque anni. Sempre attuali, quindi, le proposte della Cia Toscana: Riaffermare il ruolo strategico della ricerca, anche attraverso il rilancio del centro genetico di Asciano; Sostenere il processo verso la destagionalizzazione della produzione; Rivedere il piano di gestione del lupo per il contenimento del numero dei capi, riconoscere gli i giusti indennizzi sia per il danno che per lo smaltimento delle carcasse, incentivare le attività a difesa degli animali; Avviare una strategia di comunicazione condivisa sul problema della predazione e dei selvatici in genere; Consolidamento dell’attività svolta con il PSR sia in termini di investimenti, di ricambio generazionale, di difesa della biodiversità e avvio delle misure specifiche per i servizi di consulenza e sul benessere animale. E ancora: rafforzamento della filiera toscana attraverso la definizione di accordi con le parti interessate e riconoscimento del valore del comparto produttivo. Ricerca di nuovi mercati attraverso iniziative di promozione e di informazione – valorizzazione della filiera corta; Rafforzamento del ruolo dei consorzi in ottica di mercato e di governance; Razionalizzazione degli adempimenti burocratici, in particolar modo quelli igienico sanitari riferiti alle piccole aziende Infine la costituzione di un tavolo di filiera nazionale per il settore latte ovino.