Il ‘peluquero florentino’ di Garcia Marquez

La storia di Pietro Morittu e della sua barberia in Messico

Città del Messico: Gabriel Garcia Marquez aveva una sorta di “ossessione nei confronti della vita e le abitudini dei parrucchieri: nei piccoli paesi, diceva il celeberrimo scrittore, le barberie erano una istituzione, il luogo dove si discuteva di filosofia mentre si giocavano oziose partite a dama o a domino”. A ricordarlo è il Centro Gabo, un istituto di studi colombiano dedicato all’autore di Cent’anni di solitudine. Vien quindi da domandarsi chi era il barbiere di Garcia Marquez: quello vero, in carne e ossa, non i ‘peluqueros’ che ogni tanto compaiono nei suoi libri.

   Per scoprirlo bisogna spostarsi a Città del Messico, la seconda patria di Gabo. Qui, in un barber shop di San Angel, tra i quartieri più belli di questa megalopoli da 20 milioni di abitanti, la nostra storia si incrocia con l’arte dei barbieri toscani, più precisamente con un signore dal nome Pietro Morittu (nella foto sotto - NdR), l’uomo che per una ventina d’anni è stato suo amico e parrucchiere di fiducia.


   Pietro aveva imparato il mestiere a Firenze, dove si era trasferito dalla Sardegna nei primi anni ’70. Dopo la sua morte qualche anno fa il negozio è passato nelle mani della figlia Antonella (nella foto con Gabriel Garcia Marquez - NdR), che in un italiano perfetto ci racconta la storia di quella lunga amicizia e della sua famiglia: “Mia madre era messicana e da ragazza aveva studiato storia dell’arte a Firenze, dove ha conosciuto mio padre. Dopo il matrimonio decisero di rientrare a Città del Messico. La Barberia da Pietro è stata aperta nel 1984, ma i primi passi di questo lavoro papà li aveva già fatti a Firenze insieme a due amici, Antonio e Marcello, che ancora oggi hanno un negozio vicino a Palazzo Vecchio”.

    “Mio padre ha portato qui a Città del Messico il taglio classico italiano, questa è la ragione per la quale Garcia Marquez veniva sempre da noi, cosi’ come fanno d’altro lato i clienti di oggi, tra i quali molti politici, avvocati, imprenditori. Non siamo una barberia per hipster e taguaggi, puntiamo invece al taglio di capelli con le forbici o il rasoio, usiamo poco le macchinette. Curiamo l’attenzione nei confronti del cliente fin da quando entra nel locale e non facciamo tagli super-moderni anche se lo stile moderno ci piace, così come il classico e il retro”.

   “Papà raccontava spesso la prima volta che Garcia Marquez si affacciò in negozio; lo riconobbe subito e non nascondeva di essersi emozionato: ‘mica tutti fanno la barba a un Nobel’, ci diceva”. “Quando Gabo veniva da noi ci chiedeva di chiudere il locale, voleva farsi i capelli e rilassarsi per un pò, anche perchè non erano pochi gli ammiratori che cercavano di salutarlo o di farsi autografare i romanzi che portavano con sè appunto per strappare una firma. C’era anche chi si offriva di pagargli il taglio di capelli”.

   E come è nata l’amicizia tra i due? “Mia madre aveva un negozio di regali e antichità: un giorno incontrando Mercedes, la moglie dello scrittore, le raccontò della barberia e del fatto che papà era italiano e aveva lavorato a Firenze. Spesso, aggiunge Antonella, quando scriveva qualcosa riguardante i barbieri o il nostro mestiere Garcia Marquez diceva di essersi ispirato proprio a mio padre”.

   L’opera dell’autore che negli anni ’60 rivoluzionò la letteratura dell’America Latina è stata scandagliata in lungo e in largo, anche nei minimi dettagli: la sua predilezione per il mondo dei barbieri spunta tra l’altro in alcuni dei pezzi che scrisse nei giornali colombiani negli anni ‘50 e in uno dei suoi primi romanzi (La mala hora).

  Gabo, per il quale il Messico è stata la seconda patria, deve la fama anche ai suoi brillanti aforismi e commenti di ogni tipo, spesso carichi di humour: qualche anno fa - ricorda Antonella - aveva puntualizzato chi era l’unica persona al mondo con la quale accettava di sottoporsi al tradizionale rito mensile della barba e dei capelli. “Solo Pietro, diceva, può mettermi il rasoio sul collo!”.

nella foto Gabriel Garcia Marquez e Antonella Morittu