Mozart e Schubert nel concerto dell'Orchestra sinfonica “Città di Grosseto”
'I gessi rossi a Campagnatico?'
Grosseto: "I gessi rossi, prodotti in quantità notevoli prima dalla Tioxide, oggi dalla Venator, hanno inquinato i terreni e le falde idriche della piana di Scarlino, perché nonostante le assicurazioni dei produttori, rilasciano alle acque dilavanti concentrazioni tossiche oltre i limiti di legge, decine di volte per i Solfati e per il Vanadio e anche centinaia di volte per il Manganese. Tali gessi hanno anche una concentrazione1 di biossido di titanio superiore all’1%.
Per questi motivi - si legge nella nota di Roberto Barocci del Forum Ambientalista Toscano - quando le Amministrazioni passate hanno avviato una valutazione trasparente dei progetti che ipotizzavano il deposito di tali rifiuti presso la cava di gesso di Roccastrada o nella ex cava della Vallina a Gavorrano o ancora nella cava della Bartolina a contatto con le falde del Bruna, l’opinione pubblica opponendosi ha chiesto prescrizioni puntuali che hanno consigliato di accantonare tali progetti. Oggi, senza trasparenza, si cerca di ottenere il deposito dei gessi rossi nelle ex cave ricche di sorgenti idriche di Campagnatico, ma una novità dovrebbe interessare anche quanti lavorano, caricano e scaricano questo materiale.
Infatti il 18.2.2020 è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’UE il nuovo Regolamento 2020/217 della Commissione che stabilisce la classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio delle sostanze pericolose.
Sulla base del parere scientifico del Comitato per la Valutazione dei Rischi del 14 settembre 2017, tale Regolamento ha deciso di classificare2 il Biossido di titanio come cancerogeno di categoria 2 per inalazione.
Nel documento3 elaborato dall’ISPRA, in cui si riporta la classificazione della CE, per la Categoria 2 si precisa che si tratta di “sostanze che dovrebbero considerarsi cancerogene per l’uomo. Esistono elementi sufficienti per ritenere verosimile che l’esposizione dell’uomo ad una sostanza possa provocare lo sviluppo di tumori, in generale sulla base di adeguati studi a lungo termine effettuati su animali e altre informazioni specifiche”.
Il nuovo Regolamento dispone il contenuto delle etichette dei prodotti e miscele sia liquide che solide solo se hanno una % di biossido di titanio superiore all’1%. con particelle aventi un diametro aerodinamico inferiori a 10 µm. Inoltre le previsioni normative saranno obbligatoriamente applicate solo dal 1 ottobre del prossimo anno (anche se immediatamente eseguibili) e i quattro anni trascorsi tra l’accertamento scientifico e l’applicazione obbligatoria stanno a testimoniare la forte opposizione che la sfera economica privata ha esercitato sulla UE perché non si arrivasse prima a prevenire i danni. Oggi tutti i giorni ci viene ripetuto che per esigenze economiche la “prevenzione” va abbandonata, lasciando il posto alla “mitigazione del danno”, quest’ultimo ritenuto un costo umano necessario.
Tenendo conto che la cancerogenicità polmonare indotta dal biossido di titanio è associata all’inalazione di particelle respirabili appare improbabile che una sostanza cancerogena possa essere per tutti i soggetti pericolosa o meno solo se supera una determinata soglia %. E’ evidente che sia i tempi intercorsi che i limiti fissati - conclude Barocci - sono frutto di compromessi tra le esigenze sanitarie e quelle economiche dei produttori, ma il Sindaco di Campagnatico dovrebbe ascoltare tutti i residenti e, se gli articoli 32 e 41 della Costituzione Italiana non sono più di moda, che siano per lo meno ascoltate le realtà economiche e tutta la popolazione che vive in quel Comune e che hanno la necessità di mantenere intatte le risorse idriche".