Minucci (FDI): "Simiani, meno lezioni e più realtà, Sicurezza fuori controllo"
Gruppi minoranza Castiglione: "Il rispetto non è un favore, è un dovere"
Castiglione della Pescaia: "C'è un problema serio: riguarda il modo in cui vengono trattati il confronto, la critica, le opinioni diverse da quelle della maggioranza. Chi governa oggi il Comune sembra aver dimenticato una verità semplice: il rispetto delle regole e delle istituzioni non è una gentile concessione, ma un dovere verso l'intera comunità", dicono i consiglieri comunali dei gruppi di minoranza, Cesario, Giannotti, Iavarone e Mazzini.
"Come opposizione - proseguono - abbiamo fatto il nostro: interrogazioni, segnalazioni puntuali, richieste formali. In alcuni casi, come quello delle “fototrappole” e della videosorveglianza, abbiamo sollevato questioni delicate legate alla privacy. Nessuna risposta nei termini del regolamento. Nessuna trasparenza. Siamo stati costretti a rivolgerci al Garante per la Protezione dei Dati Personali. Anche di fronte a un video pubblicato online dalla Sindaca, in cui comparivano immagini riconducibili a dati personali di alcuni consiglieri, abbiamo presentato una segnalazione. Perché il rispetto della privacy è parte integrante del rispetto istituzionale, anche nella comunicazione. Ma non si tratta solo di regole ignorate. È anche una questione di tono, di stile, di rispetto umano. Sempre più spesso il dissenso viene trattato con sarcasmo, disprezzo, se non con veri e propri insulti. Non ci si limita a sminuire l'avversario: si cerca di umiliarlo. Emblematico l'episodio in cui un assessore ha scritto ufficiale: “sono stro...”, riferendosi all'opposizione. Non un inciampo, ma un attacco deliberato. Nessuna assunzione di responsabilità, solo scuse posticce, pensate più per ribaltare le colpe che per sanare l'offesa. Nel Consiglio Comunale del 30 giugno prossimo chiederemo all'amministrazione di prendersi la responsabilità politica dell'accaduto. Perché questi episodi non sono malintesi: sono il segno di una deriva preoccupante".
"Intanto negli uffici comunali si applicano i due pesi e le due misure. All'opposizione si contestano minuzie formali — come l'assenza di firma digitale su PEC istituzionale, che la normativa non impone — mentre sulle risposte agli atti regna il silenzio. Il giornalino comunale è un altro caso emblematico. Presentato come strumento di informazione pubblica, è diventato un album autocelebrativo, senza traccia di pluralismo. L'invito all'opposizione? Inviato a indirizzi notoriamente inattivi, a pochi giorni dalla chiusura editoriale. Il minimo sindacale per dire “vi avevamo invitati”. Chi ha fatto notare l'anomalia è stato accusato di cercare lo scontro. Una narrazione tossica che ribalta le responsabilità e alimenta un clima di esclusione e autocensura. Sempre più cittadini ci scrivono in privato, ma evitano commenti pubblici. Perché anche un “mi piace” può diventare un problema. E anche l'interrogatorio sui costi del “libro fotografico della Sindaca” è, alla data odierna, inevasa nei termini. Anche in questo caso segnaleremo l'inadempienza al Garante e quindi al Prefetto e al Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio. Perché il rispetto non si chiede: si esige. Da cittadini, da rappresentanti, da comunità", concludono Cesario, Giannotti, Iavarone e Mazzini.