E' finalmente tornata navigabile la foce del Canale Cervia

Nei giorni scorsi è finalmente tornata navigabile la foce del Canale Cervia, sede del Circolo nautico Protemare, da mesi ostruita da una lingua di sabbia che impediva il passaggio delle imbarcazioni.

Follonica: Sono state sufficienti poco più di due ore di lavoro di un escavatore, per spostare i circa 40 metri cubi di materiale che durante l’autunno e l’inverno le mareggiate avevano accumulato sul tratto terminale della foce,

L’ accumulo di sabbia, che avviene tutti gli anni con maggiore o minore intensità, a seconda della forza delle mareggiate e della direzione dei venti, impedisce il transito delle imbarcazioni che restano così bloccate per mesi ai propri ormeggi.

Quest’inverno fortunatamente ci è stato risparmiato l’accumulo della posidonia, che avrebbe ulteriormente complicato le operazioni di pulizia della foce del canale.

Se due ore di lavoro sono bastate per la rimozione del “tappo” di sabbia, non altrettanto spedito è stato il percorso per avere l’autorizzazione all’intervento.

L’iter è iniziato alla fine di dicembre dello scorso anno, con l’invio al Genio Civile della Regione Toscana della richiesta di autorizzazione, corredata di progetto elaborato da un professionista del settore e si è concluso dopo aggiunte, integrazioni, correzioni, esami di laboratorio ecc… alla fine dello scorso mese di maggio.

Gli enti pubblici coinvolti nella procedura sono quattro e sono stati informati e consultati come prevede la normativa.

Va aggiunto, ad onor del vero, che talvolta i tecnici ed i responsabili degli enti coinvolti ci hanno aiutato a chiarire e snellire i vari passaggi, altrimenti avremmo rischiato di trovarci ad effettuare il dragaggio a stagione balneare inoltrata, con tutti i problemi e i disagi connessi.

Il lungo e tortuoso iter che abbiamo affrontato per liberare la foce, che purtroppo si ripete tutti gli anni , ci porta a dire che non è sempre la burocrazia (solito capro espiatorio) che rallenta il percorso, bensì leggi, regolamenti e procedure a volte nebulose, farraginose e poco attente alla varietà delle situazioni e delle tipologie di intervento.

Tanto per fare un esempio, far rientrare nella stessa casistica la rimozione di un quantitativo di sabbia che grossomodo riempirebbe una stanza di quattro metri per quattro, con quello di una palazzina quadrifamiliare di sei piani, ci sembra eccessivo.

Eccessivo per la complessità e per i costi, stiamo parlando approdi per la piccola nautica, non di porti turistici e yacht.

Crediamo sarebbe ora di rivedere e snellire le procedure, ascoltando anche i rappresentanti delle piccole associazioni nautiche ed i responsabili dei comuni rivieraschi che ospitano simili realtà.

Andrebbero individuate norme condivise, che salvaguardino l’ambiente e nello stesso tempo siano gestibili dal punto di vista normativo e dei costi da parte delle associazioni di diportisti, che spesso mandano avanti i circoli con l’attività prestata volontariamente e gratuitamente dai soci.

La piccola nautica pur non incidendo su grandezze economiche di rilievo è comunque un valore aggiunto di attrattiva per il turismo del territorio e contribuisce a diffondere la cultura, il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente marino.