"Primavera letteraria al MuVet": primo appuntamento con Antonietta A. Conte e "Convergenza Astrale"
Due passi tra la gente. La Grosseto 'post Covid'
di Maria Francesca Aramini Grosseto: Camminare per la citta', vedere gente e parlare, come se fosse una cosa nuova, un'esperienza che pareva avessimo perso. Nel volto della gente non ho visto la ritrovata serenita' che credevo, la fine della chiusura non mi ha dato la sensazione di serenità e nemmeno l'urlo silenzioso di gioia per la ritrovata liberta'. Nelle strade facce coperte da mascherine, ma gli occhi ancora aperti a scrutare il futuro, animi combattuti tra la paura passata e la paura di un futuro ancora ignoto.
Abbiamo rivolto domande, ma molti non hanno voluto rispondere, le poche risposte che abbiamo avuto non sono state in nessun caso di gioia o serenita'; cosi' e' stato per Silvia che, responsabile di un supermercato cittadino, ci ha riferito di un calo rilevante delle vendite, del problema della cassa integrazione, ma sopratutto di quanto questo dramma che ha colpito tutti l'abbia cambiata. Le notizie terribili che per giorni ci hanno propinato, fatte di numeri di morti, di infettati, di quelle persone nelle sale di rianimazione e della paura di poter essere colpiti. La vista quasi irreale di quelle bare portate da camion militari, hanno lasciato un segno, è come se le avessero aperto gli occhi e si e' resa conto che a cinquant'anni bisogna scegliere perche' il futuro, dopo tutto questo non puo' che essere in crescita.
Non tutti hanno, nonostante tutto, una visione fondamentalmente ottimista e chiara; e' il caso di Nico che ancora non ha realizzato la cosa, che ancora non capisce cosa sia successo, e quello che e' successo gli pare una cosa fuori dal mondo. Per Emanuela invece e' una cosa completamente assurda che non avrebbe mai immaginato di vivere, "sopratutto perché non ce la siamo cercata - dice -, ci e' capitata tra capo e collo. Avrebbe potutoo uccidermi, avrebbe potuto uccidere mio marito o persone a cui voglio bene. Non me lo sarei mai aspettata e sì, sono cambiata. Ora sono meno espansiva, non mi fido sopratutto dei cinesi che con le loro decisioni ci hanno messi tutti a rischio, noi non abbiamo dichiarato guerra a nessuno e ci siamo ritrovati con una mostruosita' del genere. Bruttissima esperienza, non mi sarei mai aspettata una cosa così e se me lo avessero detto non ci avrei creduto".
Diverso atteggiamento l'ho riscontrato nelle persone che vivono in campagna, le quali, a parte uscire solo per la spesa, non hanno mutato molto la loro vita durante la chiusura e hanno goduto del sole e dell'aria aperta. "Questo brutto periodo non mi ha cambiata - ci dice una signora -, la mia vita e' stata quella di sempre e attorno noi abbiamo campagna e poco e nulla contatti. Mi scocciava, e mi scoccia ancora, questa mascherina che ci fa respirare male, ma se si deve fare si faccia".
Qualche giovane anzicche' rispondere mi ha gratificato con un sorriso e chi mi ha risposto praticamente mi ha fatto notare seriamente che tra un po' tutto sara' dimenticato e torneremo ad essere come prima e "chi le dice il contrario mente" mi ha detto un ragazzo con quel sorriso che solo i giovani ti sanno regalare. Il sorriso che vorremmo sulla bocca di tutti con quello sguardo rivolto al futuro.
Certo e' che che le notizie che ascoltiamo non sono rosee, liti, discussioni, maldicenze e offese da parte di chi dovrebbe decidere il nostro destino e che come i galli passa il tempo a litigrare invece di trovare soluzioni per ridare a questo Paese un futuro sereno. Credo che sarebbe meglio pensassero piu' al popolo e meno a preconcetti politici dettati da ideologie ormai superate. Siamo nel terzo millennio, siamo nell'era dell'informatica, vogliamo andare su Marte e non sappiamo governare la Terra. I nostri politici e non solo, sono anacronistici quando non sono cattivi ed egoisti, il popolo merita di piu' e a loro operatori o vittime del virus spetta il merito del superamento della guerra, ai politici corre di dovere di governare con saggezza.