Due aziende di Confagricoltura nelle prime posizioni per sostenibilità e innovazione

La Santissima Annunziata e La Cura, premiate a Roma nel contesto della presentazione del 3° rapporto AGRIcoltura100 di Reale Mutua e Confagricoltura

Grosseto: La Maremma eccelle nella sostenibilità e nell’innovazione in agricoltura. Sono infatti due le aziende agricole che appartengono ai territori di Livorno e Grosseto, parte di Confagricoltura Costa Toscana, a piazzarsi dei primi posti del rapporto AGRIcoltura100.

Si tratta della azienda olivicola livornese Santissima Annunziata di Beatrice Massaza di San Vincenzo, che ha vinto la classifica generale della terza edizione e dell’azienda vitivinicola La Cura di Enrico Corsi, piazzata invece al sesto posto assoluto.



Il punteggio è stato attribuito in base ad un serie di parametri inseriti nel più approfondito studio sulla sostenibilità del settore agricolo, voluto da Reale Mutua e Confagricoltura e presentato a Roma, a palazzo Della Valle.

Il rapporto, costruito su 2.806 imprese agricole italiane coinvolte, spiega come quelle sostenibili crescono più rapidamente in termini di fatturato e competitività rispetto alle altre e si basa, tenendo conto del numero e dell’intensità delle iniziative adottate in tutte le aree del Paese, su 236 variabili relative alla sostenibilità ambientale e sociale, alla gestione delle relazioni con le filiere, alle comunità locali e alla qualità dello sviluppo e dell’occupazione. Altro elemento che emerge è la relazione tra la sostenibilità e la produttività e il ruolo centrale dell’innovazione quale acceleratore verso gli obiettivi. 

“Sono molto soddisfatto - ha commentato il direttore di Confagricoltura Grosseto e Livorno, Paolo Rossi - perché Santissima Annunziata, con la sua estensione di oltre 40 ettari di oliveti tra San Vincenzo e l’Isola di Gorgona, già balzata agli onori della cronaca come fautrice del progetto sociale Recto Verso con i detenuti dell’isola, e La Cura, con i suoi 27 ettari di vigneti lavorati con macchinari 4.0, energicamente indipendente grazie alla dotazione di fotovoltaico e all’utilizzo di etichette del vino scritte in Braile per le etichette di vino, hanno intrapreso, come altre aziende socie, il percorso della sostenibilità, attivato dalla necessità di produrre cibo e al contempo di mitigare gli effetti del cambiamento climatico e la salvaguardia dell’ambiente. Massaza e Corsi - aggiunge il direttore di Confagricoltura Grosseto e Livorno - hanno dimostrato che non si può prescindere dal percorrere la strada dell’innovazione e delle nuove tecnologie, grazie alle quali è possibile raggiungere assieme obiettivi ambientali ed economici.”

Agricoltura100 ha evidenziato che i possessori di livelli elevati di sostenibilità ( 52,7%) in un solo anno crescono del 3%, a dimostrazione della capacità del settore primario di integrare pienamente la sostenibilità nel business. Non a caso l’importanza delegata alla sostenibilità è considerata essenziale per l’85% delle imprese che investono nella qualità dei prodotti a garanzia del consumatore, il 73% dice di doversi occupare con più impegno della protezione dell’ambiente, mentre il 66% ritiene necessario rafforzare le relazioni per fare rete e raggiungere gli obiettivi. Sono ben l’80% quelle dotate di un alto indice di sostenibilità che manifestano un parimenti un elevato livello di innovazione. Contrariamente, solo il 2% di quelle con un basso livello può qualificarsi come innovativa.

“Gli altri aspetti che emergono della indagine - conclude Rossi - evidenziano l’impegno trasversale delle aziende agricole in ambito sociale, ambientale e di governance. Basti pensare che il 98,7% sono focalizzate nel miglioramento dell’utilizzo di acqua, del suolo e dell’energia, il 92% (+0,55 rispetto al 2021) nella tutela della qualità alimentare e della salute, il 64,5% sono concentrate sulla sicurezza sul lavoro e il 79,5% agiscono nell’area della gestione dei rischi. Infine, sono il 57% quelle che accanto a un elevato livello di sostenibilità manifestano una spiccata competitività sul mercato.”