Diversamente abili. Una riflessione su normalità e diversità

di Maria Francesca Aramini Grosseto: Chiedo scusa ai nostri lettori se mi approprio di una pagina del nostro giornale per una riflessione. Dopo le PARALIMPIADI tra momenti di gloria, tra gare eccezionali, medaglie, sorrisi e pianti di gioia, ho trovato il tempo anche di riflettere. La differenza tra i cosiddetti normali e i diversamente abili non mi aveva mai sfiorato.

C’è una ragione a tutto ciò, perché nella nostra famiglia entrò devastante la Poliomelite infantile. Erano gli anni 50 e noi ragazzi fummo risparmiati ma la più piccola, la più bella ne fu vittima innocente. Passò molto tempo tra cure in cliniche lontane, operazioni e cure, e quella terribile malattia ce la rubò. Quando quella bella vittima del fato tornava tra noi, e mai la sua situazione ci creò problemi, forse perché nessuno mai si rese conto di come la Polio l’aveva cambiata. Per me Lisetta è sempre stata una di noi, una come noi.

Questa parentesi mi è servita per farvi capire che io non ho mai pensato ai diversamente abili come persone diverse da me. Queste paralimpiadi mi hanno cambiato mi hanno resa più consapevole. Molti di loro non sono come me ma molto meglio di me. A volte mi sento un po' giù, vittima dei miei dolori, ma dopo che ho partecipato con questi atleti alle loro vittorie e sconfitte, ho capito che solo con il coraggio e i sacrifici si possono vivere le battaglie.

Da oggi spero che come me molte persone guarderanno il futuro con occhi diversi.