Da la Piccola Gerusalemme alla realizzazione di un sogno (seconda parte)

Roma era la città dove la tecnica pittorica della "veduta" era esplosa rapidamente prima che si diffondesse anche altrove. Questa era la nuova tendenza pittorica e questa lo Zuccarelli, sfruttando il proprio talento, seguì. La approfondì e la completò, nella conoscenza di altri artisti, a Venezia, città nella quale il genere vedutista esplose e si affemò. "Il suo maggior teatro in Italia fu Venezia ov'erasi stabilito, finché il celebre Smith lo rese noto all'Inghilterra, e inviollo a quell'isola, in cui visse molt'anni lavorando per la corte e per le primarie quadrerie." (L. Lanzi ibidem).

Ma altrettanto importante e significativo fu il rapporto con Francesco Maria Niccolò Gamburri, storico dell'arte, collezionista, già uomo di fiducia di Cosimo III Medici e luogotenente dello stesso, presso l'Accademia delle Arti del disegno in Firenze.

 Abile quindi nei rapporti di relazione, Francesco Zuccarelli, fu privilegiato nel capire le opportunità che gli si presentavano riuscendo a sfruttarle a proprio favore. Quello che si percepisce anche da quanto ci viene descritto del suo percorso artistico, è che lo fece sempre con molto equilibrio, aggiungendo ogni volta qualcosa di nuovo, pur non cancellando il passato, in un abile miscellanea di percezioni realistiche. In questo forse traspare l'esperienza delle frequentazioni illuministiche di intellettuali della società veneziana, di coloro che erano i portavoce di una nuova cultura,delle nuove esigenze sociali e politiche rappresentate dalla borghesia, che era la nuova classe emergente. Riuscì così ad esplicitare fermenti di razionalismo europeo nel superare forme barocche e si fece interprete anche della poesia Rousseauniana nella rappresentazione di una vita semplice.

Interessante questo aspetto, soprattutto se mettiamo in correlazione il successo ottenuto in molti ambienti europei di grande rilievo politico ed economico e presso Corti e grandi famiglie nobiliari. Questi ambienti erano certamente interessati e sensibili, non solo all'arte nel suo complesso ma in particolare alla rappresentazione pittorica dello Zuccareli, quantunque, forse, non particolarmente tolleranti con le nuove tendenze razionalistiche. La testimonianza espressa, anche se in modo delicato , delle nuove tendenze filosofiche, in qualche modo espresse dallo Zuccarelli , evidentemente non era così invasiva da non poter essere tollerata e ciò conferma il suo grande equilibrio come uomo e come artista che si aggiunge alle ragioni del suo successo.

Se rappresentò il tardo Barocco, il Vedutismo o il genere Rococò non è il compito di questo intervento fare un qualche approfondimento, per la non sufficente conoscenza della materia, che è patrimonio degli specialisti della storia dell'arte, ambito nel quale non ci permettiamo di entrare per nessuna valutazione, se non per come abbiamo fatto, per pura necessità descrittiva e di collegamento storico tra periodi ed eventi. Detto ciò quando Francesco Zuccarelli si trasferì a Venezia, la pittura paesaggistica era rimasta orfana delle opere del pittore bellunese Marco Ricci e fu allora che la comminstione che Zuccarelli riusciva a fare tra paesaggio e Arcadia rappresentò l'arma del suo successo tra il pubblico. Il resto del percorso artistico dello Zuccarelli ormai è cosa nota , ampiamente e magistralmente evidenziato e rivalutato dalla Dottoressa Federica Spadotto.

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