Crisi Coronavirus. ‘Un decreto insufficiente e deludente per le imprese’

Giovanni Lamioni ( Presidente Confartigianato Imprese Grosseto e FIADA) sul decreto per il contenimento degli effetti dell’epidemia di Covid-19:  “E’ il momento di essere responsabili e di non fare polemiche, ma è anche il momento di dare risposte concrete alle imprese”.

Grosseto: “Il mio intervento non vuole essere polemico, - dice Giovanni Lamioni - ma è anche il momento di dare risposte concrete al tessuto delle imprese che sta vivendo questo momento di difficoltà senza precedenti.

La crisi sanitaria si è sommata a quella economica in corso. Forte è la crisi di liquidità determinata dalle chiusure delle attività per rispettare le misure di contenimento del contagio. Sul territorio, come FIADA ( Fondo Integrativo Assistenza Dipendenti Artigianato), abbiamo deliberato di mettere a disposizione 300 mila Euro per sostenere i redditi delle imprese artigiane.

A livello nazionale mi aspettavo una risposta adeguata alle necessità e alle sofferenze del sistema imprenditoriale. Per tutta la giornata di ieri e oggi ho sperato che le anticipazioni sul decreto uscite sulla stampa, non fossero veritiere. Purtroppo, in un momento in cui unione e responsabilità dovrebbero guidare i nostri comportamenti, non posso fare a meno di evidenziare la “pochezza” delle misure previste per le imprese dal decreto.

Non si è pensato a ridurre l’imposizione fiscale e gli oneri contributivi, con la cancellazione degli stessi per due o tre mesi, ma solo di rinviare le scadenze dei versamenti di qualche mese con una proroga dell’ultima ora. Si ripropongono per le partite iva i soliti bonus e crediti d’imposta, senza rendersi conto che 500 Euro una tantum o un credito d’imposta, di cui si beneficerà l’anno prossimo, non sono misure efficaci a contrastare la recessione innescata dal Coronavirus.

Alle imprese e ai professionisti che hanno dovuto e dovranno sostenere spese ingenti per sanificare gli ambienti e gli strumenti di lavoro, invece di un rimborso del danno, viene concesso solo un credito d’imposta nella misura del 50 delle spese fino a un massimo di 20mila euro di cui potranno usufruire l’anno prossimo. Al momento nessuno ha dati attendibili del danno economico determinato dalla pandemia di  coronavirus. Ci sono interi comparti produttivi che sono compromessi da questa emergenza. Occorrono misure davvero importanti che scongiurino le chiusure delle aziende e le perdite di posti di lavoro”, termina Lamioni.