Cos'è il "senior living": trascorrere la vecchiaia in Toscana

La popolazione mondiale tende sempre più ad invecchiare.

Le cause risiedono in un aumento della vita media e una riduzione della natalità. In Italia, in particolare, il numero degli anziani nel 2022 è salito a 14 milioni, crescendo di oltre 2 milioni in vent'anni. Si calcola che entro il 2060 gli over 65 in Italia rappresenteranno il 32% della popolazione.

Ciò determina anche dei cambiamenti dal punto di vista degli investimenti e del business, in quanto un target così ampio è da considerare in modo significativo per proporre servizi utili a questa fascia di popolazione.

È nato così il senior living, una rivoluzionaria soluzione abitativa già molto diffusa in nord Europa, in Francia e in Germania, che sta arrivando anche in Italia, in particolare in Toscana, una regione molto apprezzata per il modello di vita che propone, per la presenza di città non troppo grandi e borghi ricchi di storia e cultura, con paesaggi naturalistici di rara bellezza. Se stai arredando casa ad Arezzo, il consiglio è di valutare anche la possibilità di rendere l'abitazione un luogo dove trascorrere la vecchiaia, dotato di servizi utili al target di riferimento. Per raggiungere questo obiettivo ci si può rivolgere ad aziende specializzate come Bassetti Home Innovation, che studiano soluzioni personalizzate in base alle diverse esigenze. Vediamo quali sono le caratteristiche del "senior living" e le opportunità offerte da questa nuova risorsa per il mercato immobiliare.

Senior housing: cos'è

Il Senior Housing nasce alla fine degli anni '60 in Danimarca, si è diffuso in diverse aree del mondo, come il Canada, gli Stati Uniti e il resto d'Europa. Da qualche tempo è arrivato anche in Italia, anche se è ancora poco conosciuto.

L'obiettivo di questa innovativa frontiera abitativa è di proporre alloggi privati a persone anziane in contesti abitativi più ampi. È un co-living per la terza età, che permette di socializzare e di combattere un problema che affligge le persone anziane: la solitudine.

Negli ultimi anni la tecnologia, ottima alleata per il comfort abitativo, ha contribuito all'esclusione sociale degli anziani. Stando ai numeri però il “grey digital divide” si è ridotto: nel 2021 il 27% della popolazione over 65 possiede un personal computer e l'11% utilizza i social. Viste le capacità di utilizzo degli strumenti tecnologici, la tecnologia può essere quindi utilizzata anche in casa, con l'installazione di impianti di domotica e l'utilizzo di dispositivi smart.

Le case pensate per questa fascia di popolazione prevedono, infatti, una serie di servizi per migliorare la condizione abitativa e spazi condivisi dotati di internet e dispositivi elettronici per svolgere attività insieme e trascorrere del tempo con altre persone che vivono nello stesso contesto. Un altro aspetto da studiare è quello dei servizi esterni, come il passaggio dei mezzi pubblici, la vicinanza a servizi come le farmacie e i supermercati e anche l'attenzione all'assistenza sanitaria. 

È insomma una concezione ampia di abitare, che consente alle persone di non rinunciare alle proprie abitudini e di acquisirne di nuove per migliorare la qualità della vita.

A differenza delle RSA, che comunque prevedono attività di socializzazione, le senior house danno la possibilità di avere comunque una propria casa e uno spazio privato da gestire in maniera autonoma.

Il senior housing in Italia

In Italia le senior house non sono particolarmente diffuse, ma si stanno sperimentando diverse soluzioni in questo campo e alcuni progetti sono in fase di realizzazione. Sono stati recuperati degli edifici in disuso, come i vecchi alberghi o i convitti, per essere adattati a questa nuova tipologia di abitazioni. Sarà un mercato in crescita perché le esigenze delle persone anziane si estenderanno sempre di più nei prossimi anni, con una conseguente richiesta di soluzioni abitative orientate al senior living.