Cordoglio a Follonica per la scomparsa di Vittorio Gregotti
Tortorella: "Profondo cordoglio per la scomparsa di Vittorio Gregotti, un grande protagonista dell'architettura del '900, che lascia in questa città una delle sue ultime opere, la ristrutturazione della Fonderia 2 all’interno dell’area Ex Ilva, adibita a Teatro".
Follonica: “La città di Follonica esprime - dice il Commissario Tortorella - il proprio profondo cordoglio per la scomparsa di Vittorio Gregotti, un grande protagonista dell'architettura del '900, che lascia in questa città una delle sue ultime opere: “ la ristrutturazione della Fonderia 2 all’interno dell’area Ex Ilva, adibita a Teatro”.
Il progetto per il recupero della ex Fonderia 2 ha contribuito a cambiare il volto di questa nostra Comunità e lascia per sempre una delle migliori testimonianze dell’approccio progettuale di Vittorio Gregotti:
“Intervenire per recuperare e donare nuova vita al fabbricato mantenendone il valore storico archeologico. Inserire i nuovi elementi non attraverso una logica mimetica ma introducendo una dichiarata dialettica tra antico e moderno, garantendo il mantenimento delle caratteristiche storico – culturali oggi presenti.”
Sarà ricordato fra i più grandi architetti del ‘900, per le infinite opere realizzate in tutto il mondo in oltre settant’anni di carriera, con numerosi teatri di livello internazionale, per citarne alcuni il Teatro degli Arcimboldi a Milano e il teatro lirico di Aix-en-Provence in Francia che accetta di lavorare per la piccola città del golfo, un po' per “naturale simpatia per i toscani” e un po' per la voglia “ di trasformare un luogo dove si faticava e si sudava” in un posto di “partecipazione collettiva al fatto teatrale che è sempre momento di svago e di gioia”.
“ Oggi - conclude il Commissario - la città di Follonica piange la scomparsa di un grande protagonista dell’architettura del ‘900 che, quasi a conclusione della sua incredibile carriera professionale, ha fatto un immenso regalo alla nostra città, restituendo una vita nuova e diversa alla vecchia fabbrica abbandonata, oggi veramente diventata come lui stesso sperava “ luogo di partecipazione collettiva al fatto teatrale”.