Consiglio comunale sulla sanità: confermati i tagli del passato

Investimenti sulla struttura ma incertezze sul rilancio delle attività.Massa Marittima: «Finalmente un Consiglio Comunale dove si è parlato e ci si è confrontati sulla sanità - commentano Fiorenzo Borelli per Massa Comune, Daniele Brogi per la Lega, Daniele Gasperi e Luciano Fedeli per PCI Colline Metallifere, Paolo Mazzocco per il Tavolo della Salute - che però non dirada le nebbie sui servizi soprattutto del presidio ospedaliero.

Il Direttore Generale ha ammesso tutte le criticità evidenziate nella mozione, specificate in modo puntuale nell’intervento dell’assessora Gucci, confermate dallo stesso Termine che poi sono quelle denunciate dalle opposizioni, dal PCI e dal Tavolo della Salute anche nelle manifestazioni davanti alla Regione.

Quello che non è stato rispettato dalla Direzione Aziendale è quanto scritto in modo chiaro ed inequivocabile nel patto territoriale del 2013.

Tutto questo è avvenuto già prima che esplodesse la pandemia con il dimezzamento dei posti letto, la soppressione di reparti come la psichiatria o l’eliminazione della pediatria ospedaliera del presidio senza che venissero rafforzati ed incrementati i servizi territoriali.

Inoltre i posti letto delle cure intermedie, 18 per l’esattezza, sono sempre stati annunciati ma mai realizzati dopo 9 anni dalla sottoscrizione del patto, così come irrealizzate sono le case della salute ed altri servizi sui quali vie era l’impegno sottoscritto e deliberato da comuni, azienda sanitaria e dalla Regione Toscana, quest’ultima in prima linea con l’assessore alla sanità venuto proprio a Massa per dare forza al patto.

Dopo anni il Direttore Generale ha garantito interventi di carattere strutturale sul Sant’Andrea per gli adeguamenti obbligatori per legge su antincendio e antisismica, senza dubbio importanti ma non ha fornito le stesse garanzie per il rilancio delle attività ospedaliere sulle quali ha chiarito che deve essere la Regione Toscana a dare un chiaro indirizzo su che cosa vuol far nelle realtà minori e interne dove insistono presidi ospedalieri.

Nessuna promessa o garanzia di recupero sulle attività con professionisti sempre più difficilmente reperibili che condizionano il ripristino e il potenziamento di reparti.

L’elemento positivo è avere rimesso al centro dell’attenzione il problema sanità coinvolgendo tutti i comuni e le forze politiche sui problemi in un percorso aperto, trasparente che apre alla partecipazione attiva di tutte le componenti sociali del territorio.

L’unica nota stonata è quella del metodo con il quale il primo cittadino tenta di scaricare responsabilità su altri.

Quando parla infatti di avere lavorato sotto traccia senza azioni eclatanti e senza incatenarsi e quando afferma che chi parla dei problemi dell’ospedale fa un danno di immagine non convince nessuno se non se stesso.

Il lavoro sotto traccia evidentemente è stato improduttivo perché in questi anni sono state tante le cose perse nel presidio che forse se fossero state portate alla luce del sole ed affrontate da una comunità coesa e unita avrebbero avuto esiti diversi.

Così come parlare di danni d’immagine quando si racconta come effettivamente stanno le cose, significa voler nascondere la realtà e questo è il danno maggiore perché nel frattempo, come avvenuto, si perdono servizi e prestazioni.

La questione deve essere gestita così, mantenendo alto il coinvolgimento e la partecipazione di tutti, nessuno escluso, condividendo laddove possibile scelte, conducendo battaglie se necessario comuni perché stiamo parlando di servizi fondamentali che possono rappresentare non solo sicurezza per i cittadini ma sviluppo economico in grado di arrestare anche il declino demografico del territorio.

Per questo sarà necessario che venga predisposto un nuovo patto e che soprattutto non venga abbassata la guardia come è avvenuto nel corso di questi anni perché tutti gli impegni politici – istituzionali siano portati a compimento dall’azienda».