Congresso Pd, Pachetti: 'Ho fornito la mia disponibilità in modo che ci siano sempre più donne anche nelle cariche monocratiche del nostro partito'

Castiglione della Pescaia: “Alla luce di quanto ho letto questa mattina sulla stampa, - dice Giampaola Pachetti, segretaria Unione comunale Castiglione della Pescaia - trovo utile e necessario aggiungere un elemento alla riflessione collettiva.

Accogliendo le sollecitazioni pubbliche della segretaria del Partito Democratico della Toscana, Simona Bonafè, e della portavoce regionale della Conferenza delle donne democratiche della Toscana, Tania Cintelli, a fare in modo che ci siano sempre più donne anche nelle cariche monocratiche del nostro partito, ho fornito la mia disponibilità alla Conferenza provinciale a candidarmi alla segreteria del PD.

Attenzione: non si è trattata di una candidatura spontanea, come qualcuno erroneamente ha voluto intendere, quanto piuttosto di una semplice disponibilità a colmare un vuoto di leadership femminile che purtroppo non riesce ad arginare. Sulla questione femminile voglio prendermi lo spazio di una riflessione: il PD grossetano, non peggio di quanto accade in altre realtà del Paese, fa difficoltà a comprendere pienamente il significato di politica al femminile. Fermarsi alle quote rosa - peraltro imposte dallo statuto e non quindi scelte politiche - non basta.

Come, del resto, non bastano - anche se rappresentano un gigantesco passo in avanti - le recenti elezioni di due sindache. Tra l’altro, ho vissuto in prima persona, da sostenitrice e da segretaria di circolo di Castiglione - la candidatura e l’elezione di Elena Nappi e posso dire che il suo percorso non è stato politicamente in discesa. Mettere in campo politiche al femminile significa parlare di sanità di genere, di tempi e spazi delle città, di condivisione del lavoro di cura, di occupazione al femminile, di educazione, istruzione e cultura di genere. Tutto questo, purtroppo, a ora non appartiene al dibattito politico del nostro territorio e, come è facile intuire, questa lacuna rende zoppa ogni azione. Per questo, ho pensato fosse utile mettermi a disposizione della Conferenza.

A poche ore dalla scadenza del termine ultimo per la presentazione delle candidature, mi sono però trovata costretta a far venire meno questa disponibilità. La “questione tessere” ampiamente dibattuta in queste ore anche dai media mi ha messa di fronte a un fatto compiuto cristallino: la fase congressuale ha bisogno di chiarezza e trasparenza. Da segretaria di circolo, conosco bene le dinamiche e le regole del tesseramento. A norma di regolamento e pure di buon senso, è difficilmente digeribile pensare di accettare che al fotofinish arrivino in federazione per mano di un consigliere comunale più di 230 nuove tessere.

Da che mondo è mondo, le tessere le fanno i segretari nei luoghi preposti, con le modalità stabilite dal regolamento. Altre modalità non ci devono appartenere. Per questo, ho fatto venire meno la mia disponibilità, nella speranza che il Partito Democratico faccia chiarezza sull’accaduto. Per la stessa ragione, ho sottoscritto il ricorso presentato nei confronti della Commissione congressuale provinciale che ha ritenuto valido questo bizzarro procedimento. Adesso, saranno gli organismi di garanzia a dirci se va bene che, per fare numero in fase di votazione, si portino pacchetti di tessere in federazione all’ultimo secondo, non fatte dai segretari, oppure no. Io ho un solo modo di vivere il partito: rispettando fedelmente il codice morale ed etico ci accomuna”, termina la nota.