Artemare Club: Viene dal mare italiano il più antico sapone occidentale

Monte Argentario: Dal qualche mese tutti i media a tormentone “implorano” di lavarsi continuamente le mani per la lotta al Coronavirus.

Non tutti sanno dell'origine ligure del sapone, citata anche da testi francesi: a Savona la moglie di un pescatore lo ottenne per la prima volta facendo bollire della soda naturale ricavata dalle ceneri delle piante marine in una pentola contenente olio di oliva.

Da questa pratica di gente di mare nacquero le prime manifatture di sapone già nel XV secolo, che si stabilirono nelle città costiere mediterranee di Savona, Genova e Marsiglia e in Adriatico a Venezia, favorite dalla presenza diffusa di particolare flora marina e dall’olio di oliva.

Gli studi storico-archeologici però assegnano agli arabi il primato di veri inventori del sapone moderno, prodotti per l’igiene personale con una base di olio d’oliva, di timo o alloro, tuttora gli elementi principali del sapone di Aleppo e dal VII secolo in poi il sapone veniva regolarmente prodotto fino in Palestina. In Europa il sapone arriverà nell’800 con le flotte dell’espansione araba in Spagna e Sicilia e il suo uso si diffonderà ancora di più con il ritorno delle navi alla fine delle crociate.

L’importanza poi di lavarsi continuamente le mani, fu compresa da un medico ungherese che a metà Ottocento osservò le donne che morivano di sepsi, contagiate dalle mani non pulite e infette dei ginecologi, ma per la sua scoperta subì l’ostracismo brutale dei colleghi e come per tanti benefattori dell’umanità, la gloria e i riconoscimenti furono postumi.

E’ stato un ventisettenne appartenente alla meglio gioventù portercolese, Fabrizio Fiorentini, dottore ricercatore biotecnologo molecolare presso l’Istituto Italiano di Tecnologie di Genova vero figlio del mare con tradizione familiare di naviganti e faristi, a ricordare l’anno scorso l’importanza del lavarsi le mani con i suoi studi scientifici, anticipando la comunicazione continua di questi giorni.

Artemare club, ricordando che a bordo l’igiene personale e il posto di lavaggio sono le prime pratiche giornaliere, rilancia le raccomandazioni istituzionali e in particolare di lavarsi le mani sempre dopo avere usato il bagno, dopo aver toccato i corrimani, tastiere di computer e apparati insidiosi ricettacoli di germi e batteri e anche appena prima di riporre ogni cibo nel posto giusto, in frigo o in dispensa, con la speranza che finisca presto l’emergenza della pandemia.