Il presidente Giani a Roma per conferenza delle Regioni e cabina di regia Pnrr
Aggiornamento sulla vicenda gessi rossi a Pietratonda
Campagnatico: Si è svolta la conferenza di servizi che avrebbe dovuto decidere in merito al progetto riferito alla ex miniera di Pietratonda , nel comune di Campagnatico, che prevede il riempimento del laghetto dell'Incrociata con i gessi rossi della Venator di Scarlino.Il Comitato Val di Farma è stato ammesso a partecipare, in quanto portatore di interessi pubblici, chiedendo un tempo maggiore per l'acquisizione e l'analisi della documentazione necessaria ad elaborare le opportune osservazioni.La Conferenza si è quindi conclusa con la concessione di ulteriori incontri di approfondimento della questione.
Queste le iniziali considerazioni del Comitato Val di Farma:
1.La pratica SUAP in oggetto trae la sua giustificazione dall'ordinanza del tribunale di Grosseto05/2017, con la quale lo stesso chiede la"rinaturalizzazione delle aree con nuove piantatevegetazionali e la realizzazione di una efficace recinzione per la messa in sicurezza”; ma ilTribunale non autorizza, nè con quella sentenza, nè in altri atti, il riempimento del bacino con i"gessi rossi".Inoltre la miniera è inattiva da circa 20 anni e la Natura ha provveduto a ristabilire unequilibrio perfetto, senza l'intervento dell'uomo, creando invasi che raccolgono le acque piovanee un naturale reinverdimento delle gradonature, ad eccezione di pochi tratti, nonchè un habitatperfetto per una varietà faunistica preziosa per la conservazione delle specie e la tutela dellabiodiversità. Alla luce di quanto suddetto la realizzazione del progetto presentato da Accornero s.r.l.non si configura come realizzazione della sentenza di cui sopra.
2.L'intervento proposto dalla ditta Accornero S.r.L nell'istanza presentata il 16 luglio 2019,prevede l'utilizzo di "materiali idonei al recupero ambientale costituiti da solfato di calcio dicui all’art. 298 bis della parte quinta bis del D. Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii." e dichiara che talimateriali sono "compatibili ambientalmente con il sito minerario in oggetto".Tale affermazione pare discutibile visto che i materiali ai quali ci si riferisce altro non sono chegli scarti di lavorazione per la produzione del biossido di titanio, ovvero i cosiddetti "gessi rossi"la cui composizione non è semplicesolfato di calcio bensì (come si legge nella RelazioneTerritoriale della Regione Toscana Approvata dalla Commissione PARLAMENTARE DIINCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI E SUILLECITI AMBIENTALI AD ESSE CORRELATI, nella seduta del 28 febbraio 2018, di cuivirgolettiamo in questo testo gli estratti) "un rifiuto speciale non pericoloso definito solfatodi calcio impuro, ottenuto dalla neutralizzazione dell’effluente acido, realizzato con lamarmettola". I materiali sono pertanto definiti "inidonei al ripristino ambientale" e sispecifica che le analisi effettuate hanno evidenziato "concentrazioni di cromo e di vanadioin misura superiore ai limiti consentiti dalla normativa"."In realtà "- osserva la Commissione di inchiesta - "se la marmettola è un rifiuto che vieneconferito normalmente in discarica, non si comprende la ragione per cui tale rifiuto,miscelato con gli scarti di produzione del biossido di titanio, che sono anch’essi rifiuti,possa essere destinato al ripristino ambientale per il recupero morfologico di ex cave oaree degradate."Del resto, già nel 2005, a conclusione dell'Inchiesta pubblica indetta dal Sindaco diRoccastrada, in sede del procedimento di VIA avente come oggetto: Recupero ambientale emorfologico con utilizzo dei gessi rossi prodotti da Tioxide Europe Srl della cava di MolinoNuovo, presso il Comune di Roccastrada, nel verbale conclusivo (Verbale del 19.7.2005) si legge:"Secondo i risultati di laboratorio riportati nel punto precedente, il gesso rosso Tioxide,pur presentando alcune caratteristiche migliorative rispetto al gesso originario,rappresenta, se sottoposto a fenomeni di eluizione, un pericolo potenziale di contaminazionedei corpi idrici superficiali e delle acque sotterranee utilizzate a scopo potabile per iparametri solfati, manganese e cloruri;”
Il procedimento di VIA mise in evidenza che ciò che si voleva presentare come "ripristino" siconfigurava invece come "discarica" e si concluse con una serie di prescrizioni che ne hanno difatto impedito la realizzazione.Se non sono cambiati i processi produttivi rispetto alle date sopra indicate, per tutti i motivisopra documentati, tali rifiuti speciali non sono per legge utilizzabili con proceduresemplificate, ma necessitano analisi di compatibilità con i siti che li debbono ricevere.E' chiaro, quindi, che il progetto in oggetto non si configura come "rinaturalizzazione dell'area"ma piuttosto come realizzazione di una vera e propria discarica nella quale stoccare quasi1.000.000 di metri cubi di un rifiuto speciale CER 06 11 01.Alla luce di tali considerazioni riteniamo che sia necessario in primo luogo variare la naturagiuridica e la denominazione del Progetto della società proponente; secondariamente, unavolta collocato nella tipologia corretta di intervento, prevedere coerentemente unaValutazione di Impatto Ambientale che possa approfondire gli effetti prevedibilmenteimpattanti nella zona oggetto di intervento e nelle aree limitrofe.
3.A corollario di quanto detto al punto 2, riteniamo che sia necessario valutare l'impatto delprogetto rispetto a:- attività agricole - allevamento- insediamenti umani anche di tipo turisticoattività tutte presenti nell'area circostante.
4.Il riempimento del bacino prevede il trasporto in loco di quasi 1.000.000 di metri cubi dimateriali che inevitabilmente dovrebbero viaggiare su trasporto gommato.Si ritiene opportuno valutare l'impatto che tale trasporto potrebbe avere sulla viabilità diaccesso al sito: la Strada Comunale di Pietratonda non sembra avere caratteristiche adeguateallo scopo.Inoltre andrebbero valutate le conseguenze sulle componenti RUMORE E VIBRAZIONI,ATMOSFERA e SALUTE PUBBLICA (CO2 e polveri sottili prodotte).
5.La zona su cui insisterebbe il progetto è inserita all'interno di un'area in cui il Comune diCampagnatico ha previsto un Parco Naturalistico Minerario ed è poco distante dal Sito diInteresse Comunitario Monte Leoni (IT51A0009): questi elementi configurano l'opportunità diuna Valutazione di Incidenza.
6.Nella relazione geologica si esclude la presenza di falde profonde (che scongiurerebbe ilpericolo di contaminazione); fatta salva l'ipotesi che sarebbero molto probabilmente necessarieanalisi più approfondite per pervenire a tale conclusione, resta comunque un vuoto: non si faun'analisi delle possibili conseguenze sul reticolo idrico superficiale che, data la conclamatapericolosità insita dei gessi rossi a contatto con l'acqua, non ci sembra un elemento dasottovalutare. Posto, inotre, che alla conclusione dei lavori l'intero volume dei gessi rossi venisseimpermeabilizzato, nella relazione non si analizza il pericolo di contaminazione nel periodo diriempimento, durante il quale gli stessi gessi sarebbero esposti alla pioggia ed al vento epotrebbero essere trasportati all'esterno del bacino.