L’Us Grosseto 'adotta' due classi del Fossombroni per il progetto 'I semi dell’etica'

Grosseto: Si è parlato di etica, d'identità territoriale, fairplay e tifo responsabile insieme alle classi ID e IE del Fossombroni. La delegazione biancorossa ha raccontato ai ragazzi quattro storie che hanno per filo conduttore l’etica e la sportività.

E’ stata una mattinata di calcio e di valori sportivi, quella che gli studenti del Fossombroni hanno vissuto insieme a una delegazione dell’Us Grosseto. Obiettivo della mattinata quello di promuovere l’etica, il fairplay, l’identità del territorio e il tifo consapevole tramite ciò che la società grossetana ha fatto in questi anni dentro e fuori dal campo.

Il progetto, giunto alla sesta edizione, si chiama “I semi dell’etica” ed promosso da Acsi (associazione di sport cultura e tempo libero), Mecs (movimento per l’etica, la cultura e lo sport), Università Luiss Guido Carli e Lega Pro (lega italiana calcio professionistico). Ogni squadra di Lega pro ha scelto di adottare un istituto superiore per parlare di queste tematiche: il Grosseto ha scelto il Fossombroni; in particolare le classi 1^D e 1^E a indirizzo sportivo. A raccontare aneddoti e confrontarsi con i ragazzi sono stati il vicepresidente Simone Ceri, il responsabile comunicazione Marco Bigozzi, il capitano Andrea Ciolli, il centrocampista Alessandro Sersanti e il rappresentante della tifoseria grossetana Riccardo Ciani.

“Ci sono due tipi di etica – ha spiegato ai ragazzi Simone Ceri, vicepresidente dell’Us Grosseto 1912 -, quello scritto e quello che si fa sul campo e nella vita. Il concetto di etica passa dalle scelte, giuste o sbagliate, che tutti i giorni facciamo, mettendolo poi in pratica. I valori etici dello sport possono scendere in campo solo se fanno già parte di noi, se riusciamo a distinguerli e metterli in pratica giorno dopo giorno, a scuola, in campo, nello spogliatoio o sui tavoli delle riunioni fatti tra dirigenti. Fare questo significa avere la coscienza pulita; significa mantenere le promesse, che siano economiche, sportive o morali. Da qua siamo partiti per ricreare intorno alla nostra Grosseto un movimento giovanile che porti in campo questi valori, senza paura ma con grande orgoglio”.

E così partendo dal significato di etica si è passati a parlare della nascita del progetto “Il calcio a modo nostro”, che ha restituito a Grosseto una squadra e una società completamente maremmana in grado di fare miracoli sportivi in ogni categoria, o di come i calciatori veicolino l’etica sportiva dentro e fuori dal campo fino ad arrivare a un tifo più consapevole, che non critica ma si mette a disposizione per un unico grande obiettivo: quello di promuovere calcisticamente la propria città. E proprio da questi concetti è nato il confronto con i ragazzi, utilizzando l’etica come valore imprescindibile di crescita personale, così come il confronto con esperienze non solo sportive ma di vita quotidiana.