Vigilia di Natale

di Massimo Ciani Mentre il Corso piange le sue borchie dorate, le botteghe, una dopo l'altro spengono le vetrine e calano le saracinesche, in un metallico sferragliare che pare un lamento sommesso. La cattedrale distende le sue ombre sulla scalinata di marmo.

Un barbone carezza il suo bastardino da elemosina che uggiola, forse per la fame, forse per il freddo, chissà. Un ciclista ondeggia sulla sua vecchia bici cigolante. E quel cigolio pare quasi una musica d’accompagnamento.

La città si prepara per la notte. Una notte magica.. questa volta. Nascerà qualcuno. Che nasce da oltre duemila anni. Sempre uguale e sempre diverso, nella speranza dell'attesa. Per chi ha fede, una consolazione. Per chi non crede, la consolazione sta nel leggere la gioia scolpita negli occhi di chi crede.