‘La prossima settimana...': tra conti e draghi, che fine farà la nostra politica?

‘La prossima settimana...' rubrica di cronaca, attualità e molto altro, sui fatti salienti di questa settimana. di Raffaello Milani Tra conti e draghi: che fine farà la nostra politica? Detta così sembrerebbe di rivivere un film fantasy… ed invece è l’amara realtà del panorama politico italiano.

I conti boys hanno lottato finché hanno avuto la forza, per mantenere il loro “sovrano” al comando. Ma vuoi la furbizia, la scaltrezza, l’abilità dell’avversario, alla fine della fiera il "drago" ha vinto.

A dire il vero di ‘draghi’ ne abbiamo due, ad oggi: uno, (Renzi), draghetto funesto e dispettoso che pur essendo piccolo, piccolo ha tenuto sotto scacco e poi battuto senza attenuanti il sovrano uscente (Conte). Ed uno grande e ben supportato, (Draghi), che metterà a posto tutto con le sue vampate di fuoco.

Giuseppe Conte (1).jpgIl draghetto ha smontato pezzo per pezzo il castello messo in piedi dal sovrano che, partito in sordina, si è poi rivelato un quasi “despota”, il quale a colpi di bacchetta magica (vedi DPCM) pensava di sottomettere ai suoi voleri tutti i popolani e in particolare il piccolo draghetto nefasto.

Poi, si sa, spesso per abbattere un grande c…ponte, non serve una fragorosa bomba ma basta una semplice acqua cheta che senza far tanto rumore, solo alla fine quando avviene il tonfo, abbatte tutto senza nessuna possibile soluzione.

Quando è iniziata l’opera del draghetto di Rignano, tutti pensavano che non sarebbe mai arrivato in fondo, e diciamocelo, anche se alcune delle motivazioni potevano essere ben più che condivisibili, il grande sovrano pentastellato, che aveva dalla sua tutto il reame o quasi, si sentiva forte e supportato, vista anche la piaga che affliggeva tutti. Popolo e nobili. Si voleva far passare come ‘illuminato’ e ‘salvatore’.

Matteo_Renzi_2015.jpgMa è arrivato il giorno in cui il lavoro di erosione del draghetto è venuto alla luce, ormai i piloni del C…ponte erano erosi e non più recuperabili, così da richiedere l’intervento, prima di un sovrano mediatore che, constatata la tracotanza e spavalderia del piccolo draghetto fiorentino, raffrontata alla palese inconsistenza del conte e del suo entourage, non ha potuto far altro che chiamare a se il re di tutti i draghi, colui che dall’alto della sua esperienza, benevolenza, giustezza e rettitudine saprà rimettere a posto ponti, conti, contadini e tutto il popolo, uscendo vincitore.

Adesso questa è la favola, ma la realtà è ben più dura e funesta. Oggi la politica ha perso di nuovo come successe con l’avvento, quello davvero funesto, del governo Monti, quest’ultimo padre della riforma Fornero, degli esodati, e di tante lacrime e sangue piante dal popolo italiano.

Mario Draghi, che tutto sommato alla presidenza della BCE ha fatto sicuramente bene per la nostra nazione a fronte delle neanche tanto velate prepotenze economiche Franco-Tedesche. Sessantaquattrenne, dirigente pubblico italiano, ha calcato con successo posizioni importati tanto da essere, a buona ragione, uno dei migliori pezzi che l’economia italiana può vantarsi di annoverare tra le sue fila.

Passato dalla presidenza della Banca d’Italia, a quella della Banca Centrale Europea. Ricopre tutt’ora posti di estremo prestigio nell’ambito dell’economia e finanza mondiale. E’, inoltre, membro del Financial Stability Forum, rivestendo pure l’incarico di presidente, nonché membro del consiglio di amministrazione della Banca dei Regolamenti Internazionali; è stato direttore esecutivo per l'Italia della Banca Mondiale e nella Banca Asiatica di Sviluppo ed è membro del Gruppo dei Trenta. Gli sono riconosciute evidenti doti di uomo concreto, di poche parole, e molti fatti. Forse quelle doti che ad oggi, servirebbero come il pane alla nostra nazione, per proseguire il percorso di uscita da quest’allucinante pandemia sia sanitaria che economica.

Vediamo ora cosa succederà la Prossima settimana!

Forse, il Presidente della Repubblica con questa mossa compatterà sotto la sua ala, e quella di Draghi, una buona parte dell’ex maggioranza, ormai, quest’ultima, avvezza a salti di panchina. Mi aspetto anche un appoggio da parte di un’ala della destra, che nonostante tutto, si professa compatta.

Forse mi sbaglierò, ma a destra una parte è per l’appoggio reale, un’altra dice di non voler appoggiare ma, sotto sotto, un bel pensiero lo sta facendo e neanche tanto velatamente, mentre solo una parte rimane ancorata, per coerenza, al no deciso.

Quale sia la soluzione? … Lo sanno solo nelle stanze del Quirinale. Il mio sentore è quello che neanche stavolta il popolo riuscirà a dire la sua, bypassato dalla scusa, ormai imperante, del “c’è la pandemia, è impossibile e deleterio votare ora”, scusa che per me non ha davvero senso.

La situazione è più tragica di quello che si vuol far credere. Il Recovery Fund è palesemente a rischio. La situazione vaccinale ancora di più. I litigi sono all’ordine del giorno, e l’unica cosa che abbonda sono i DPCM, che dicono tutto, e il contrario di tutto.

Sarà forse davvero l’ora di dare una svolta decisa? Draghi accetterà l’incarico, ma riuscirà nell’intento di ristabilire l’ordine delle cose? Sarà l’ora finalmente dove riusciremo a vedere la luce infondo a questo benedetto tunnel?

Tanti sono gli interrogativi. "Lo scopriremo solo vivendo", diceva una famosa canzone di Lucio Battisti!

Buona settimana ed al prossimo evento, intanto aspetto i vostri commenti.