‘La politica vista dai giovani’: … Il futuro dell'Europa

di Lorenzo Lauretano Bentornati cari lettori e care lettrici alla rubrica "La politica vista dai giovani". Quest'oggi andremo ad analizzare e a valutare quale futuro ci si presenta davanti nell'epoca del post-covid. Quali minacce e quali opportunità ci sono per l'Italia e per il vecchio continente?

Come sappiamo, la fuga dei paesi NATO dall'Afghanistan è stata la prova che l'occidente e soprattutto gli Stati Uniti non sono militarmente invincibili e che, soprattutto questi ultimi, non possono ergersi a difensori globali verso certe nazioni o popolazioni. Viene da sé, che la protezione di cui il continente europeo ha goduto, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale fino ad oggi, viene meno. E senza protezione militare, (o comunque una protezione di gran lunga inferiore rispetto al secolo scorso) nuove minacce militari e non potrebbero minare la stabilità del vecchio  continente. I principali avversari dell'occidente europeo sono la Repubblica Popolare Cinese, specialmente dal punto di vista economico, e la Federazione Russa, specialmente dal momento in cui a causa della politica espansiva di quest'ultima, attuata negli ultimi vent'anni, i rapporti con l'occidente si sono raffreddati.

Abbiamo affrontato varie volte nei mesi passati l'espansionismo economico cinese e la prassi adottata da questi ultimi verso quei paesi in grosse difficoltà economiche. Come volevasi dimostrare, negli ultimi giorni il nuovo regime talebano in Afghanistan implora l'aiuto da parte di Pechino. E sappiamo tutti quanto convenga alla Cina aiutare il regime, viste le ricchezze sotterranee dell'Afghanistan e la sua posizione strategica nel cuore dell'Asia Centrale. Il rischio è quindi sempre il solito, ovvero di cadere nella trappola cinese e permettere loro di acquisire punti economici nevralgici del continente europeo, dalle infrastrutture (Strade, ferrovie, porti ed aeroporti) alle industrie continentali. Sul fronte orientale, come ho accennato precedentemente, abbiamo la Federazione Russa. Per affrontare questo tema dobbiamo però tornare indietro di qualche decennio, ai tempi della guerra fredda. Una delle politiche dell'Unione Sovietica riguardava il trasferimento di popolazione di etnia e lingua russa nelle altre repubbliche federative sovietiche.

Ai comunisti faceva comodo questa politica per poter dare alle proprie industrie programmate dallo stato la forza lavoro necessaria. Le conseguenze di questo tipo di politica ricadono sui quelle nazioni ex-componenti dell'Unione Sovietica, in quanto in quei paesi come l'Ucraina, la Bielorussia o i Paesi baltici, la minoranza etnica più presente è proprio quella russa. Questo da quindi il pretesto alla Federazione di poter aggredire (anche militarmente come abbiamo visto con la Georgia nel 2008 o in Ucraina dal 2014) questi paesi. Ed essendo il conflitto russo-ucraino già in corso, essendo i rapporti Russia-Bielorussia di intesa, restano solo i paesi baltici.

Estonia, Lettonia e Lituania, che già a loro discapito subirono l'invasione sovietica negli anni del secondo conflitto mondiale, rischiano che il loro scomodo vicino faccia loro visita per chiedere di poter riassorbire quelle corpose minoranze russe che vivono nel loro territorio. Ma a differenza di ottant'anni fa, oggi questi paesi fanno parte sia dell'alleanza atlantica, sia dell'unione europea. Ed è qui che viene fuori la minaccia per tutto il continente. Se dovesse scatenarsi un conflitto, tutto il continente ne sarebbe coinvolto, ma senza una politica estera comune, e soprattutto senza un esercito europeo, rischieremmo il collasso dei paesi del fronte orientale, ed una risposta totalmente inadeguata dai paesi maggiori dell'Unione.

Non possiamo permetterci un intervento scoordinato come quello effettuato in Libia nel 2011, il quale sappiamo tutti a quali conseguenze abbia portato.

Serve che l'Unione Europea non si concentri più su temi inutili, causa di polemiche sterili, ma nei prossimi anni si concentri con tutta sé stessa nella politica estera prima, e nella costituzione di una forza militare congiunta, per poter fronteggiare queste minacce. Come già detto in precedenza, gli USA non sono più i difensori dell'occidente. L'occidente deve iniziare a difendersi da sé.

O almeno è quello che dovremmo auspicare.

Vi aspetto al prossimo appuntamento con "La politica vista dai giovani" tra due settimane.