Energia: 'Da stalle a serre, rincari strozzano agricoltura toscana e pesano sui cittadini'

Il Presidente Filippi: “aumenti per prezzi al consumato ma per imprese agricole nessuna adeguamento ”.

Firenze: L’onda dell’aumento dei costi sta travolgendo l’agricoltura toscana. Il balzo dei beni energetici si trasferisce a valanga sui bilanci delle imprese agricole strozzate dagli aumenti dei costi di produzione non compensati da prezzi di vendita adeguati. E quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Toscana secondo cui il caro bollette colpisce sia le attività agricole ma anche la trasformazione, la distribuzione ed i trasporti. Negli scorsi giorni era stato il settore della zootecnica a lanciare l’allarme, seguito a distanza da quello del florovivaismo che a questi costi sarà costretto a spegnere o ridurre l’attività in serra ed alcune produzioni tipiche come il ranuncolo, il lilium o il ciclamino. “L’aumento dei costi di produzione è tutto sulle spalle delle imprese agricole e sui cittadini. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – L’effetto è duplice, ma è sempre negativo: esplode i costi delle imprese e riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie. In queste settimane abbiamo tutti visto i prezzi al consumo lievitare ma questi incrementi non sono certo imputabili alle imprese agricole”.

Per le operazioni colturali gli agricoltori sono stati costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Inoltre – continua Coldiretti – l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%), il fosfato biammonico Dap raddoppiato (+100%) da 350 a 700 euro a tonnellata, mentre prodotti di estrazione come il perfosfato minerale registrano +65%. Non si sottraggono ai rincari anche i fertilizzanti a base di azoto, fosforo e potassio che subiscono anch’essi una forte impennata (+60%). L’aumento dei costi riguarda anche l’alimentazione del bestiame, il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi ma ad aumentare sono pure i costi per l’essiccazione dei foraggi, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne. Il rincaro dell’energia – continua la Coldiretti – si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi. “Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle. Molte imprese stanno vendendo sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali. Pratiche – conclude Filippi – che ora, grazie alla legge fortemente voluta da Coldiretti, ed in vigore dal 15 dicembre, che vieta dalle aste online ai mancati pagamenti nei rapporti commerciali della filiera agroalimentare, sia tra le imprese che in materia di commercializzazione dei prodotti agricoli, potranno essere denunciate dalle imprese ma anche dalle organizzazioni sindacali. Per ogni euro di spesa solo 15 vanno nelle tasche degli agricoltori. Briciole rispetto al reale valoro dei prodotti che arrivano sulle tavole”.