Al via alla Leopolda di Firenze il weekend dedicato al vino

Coldiretti Toscana: 'Eccellenze di toscana vino “doc” vale 85% made in tuscany, ma europa spinge per vino annacquato e etichette allarmistiche come sigarette'

Firenze: La Toscana del vino è la prima regione in Italia per numero di produzioni vitivinicole certificate (58 di cui 52 DOP e 6 IGP) e la seconda per valore complessivo con 1.004 milioni di euro. Le produzioni vitivinicole certificate valgono l’85% dell’intero paniere toscano a denominazione DOP IGP e sono determinati per il primato del Made in Tuscany nel mondo e così per le esportazioni. A dirlo è Coldiretti Toscana in occasione dell’apertura alla stazione Leopolda di Firenze di “Eccellenze di Toscana” in programma nel weekend del 4 e 5 dicembre. “Il valore imbottigliato delle produzioni vitivinicole certificate vale quasi l’11% dell’intero valore nazionale. – commenta Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Il valore aggiunto, che sta dietro al successo dei nostri vini, è rappresentato dal legame con il territorio, dall’attenzione verso la sostenibilità ambientale, da efficace politiche di marketing, anche attraverso l’utilizzo dei social e dal rapporto con i consumatori. Fattori esaltati da volani come l’enoturismo con la Toscana prima destinazione per gli appassionati”.

A preoccupare Coldiretti, in questo delicato momento storico, sono le politiche europee che vogliono mettere etichette allarmistiche sulle bottiglie per scoraggiare il consumo paragonandole ad un pacchetto di sigarette o addirittura aprire alla possibilità del vino annacquato attraverso la pratica della dealcolazione parziale e totale dei vini. “La dieta mediterranea, sinonimo da sempre alimentazione salutare, è sotto attacco del nutriscore, delle etichette allarmistiche sulle bottiglie del vino, dell’alimentazione sintetica e dell’omologazione del cibo. – spiega Filippi – Percorsi che non consentiremo e nei confronti del quale ci opporremo per evitare un grave danno per il sistema agroalimentare proprio in un momento in cui potrebbe essere l’elemento di traino di un piano strategico di internazionalizzazione per far crescere la presenza del Made in Italy sui mercati stranieri”.