Fase 2. Marras, PD: 'Il decreto? Non soddisfa, ma possiamo cogliere l’occasione di trasformare i nostri centri e essere d’esempio'

Grosseto: “Come toscani non siamo e non possiamo essere soddisfatti del decreto del Governo sulla cosiddetta fase2: avevamo chiesto di anticipare alcune aperture, non c’è stato concesso e leggiamo, invece, una spalmatura della progressione alla ripartenza che è troppo lunga – spiega Leonardo Marras, capogruppo PD Regione Toscana, in un video pubblicato sulla sua pagina facebook –.

Ovviamente condivido appieno la necessità di scaglionare le riaperture, il 'tutto e subito' sarebbe sbagliato e pericoloso. Ma serviva più coraggio, a partire dalla considerazione delle condizioni reali di salute delle comunità e quindi dalla conseguente differenziazione tra le varie Regioni. Ci adegueremo a quanto disposto, ma continueremo a chiedere maggiore autonomia e io stesso chiederò al presidente Rossi di continuare con le ordinanze come ha fatto fino ad oggi perché si possano sfruttare gli spazi lasciati dal decreto e permettere il riavvio anticipato di altre attività”.

“Al contempo, credo che dai nostri Comuni possa venire un buon esempio su come affrontare questa fase così incerta e diversa dal solito – prosegue ancora Marras –. Penso alla riorganizzazione degli spazi pubblici con il doppio obiettivo di aiutare le attività e sperimentare nuove forme di didattica. Riguardo al settore della ristorazione: questo è il momento, come dicevo già, di assumersi la responsabilità collettiva di suggerire insieme le regole per la ripartenza, ma potremmo fare di più.

Ad esempio, trasformare i centri delle nostre città e dei nostri paesi, dove solitamente si concentrano maggiormente queste attività, limitando la circolazione delle auto con zone 30, ovvero sensi unici limite di velocità a 30 km/h e privilegio alle bici e al percorso pedonali; spostando gli stalli dei parcheggi per recuperare spazi e dare così la possibilità, magari gratuitamente per questo periodo, ai locali di espandersi il più possibile affinché l’estate possa esser vissuta al massimo, seppur con le dovute limitazioni, e fuori più che dentro ai locali.

Infine, ma non ultima per importanza, la scuola. È giusto avere prudenza, anche e soprattutto in questo campo, ma pensare di catapultare a settembre bambini e ragazzi a scuola dopo mesi e mesi di lontananza delle aule e dalla socialità tra pari è sbagliatissimo.

Anche il fare scuola non avrà più lo stesso significato, sarà una modalità nuova in cui si integreranno metodi classici e didattica a distanza, per questo dico: sperimentiamola noi! Anche in questo caso, mettiamo a disposizione gli spazi pubblici per provare soluzioni nuove sia di socializzazione che di educazione.
Noi in Maremma abbiamo molti più spazi rispetto ad altre realtà, ripensiamoli prima di tutto per affrontare la pandemia, ma anche per cambiare il modo di vivere le nostre città”.