'Donna in cammino' di Alberto Inglesi: una mostra diffusa nel centro storico

Da sabato 13 giugno l'esposizione di 14 sculture nel cuore di Grosseto.Un evento in continuità con l'esperienza grossetana del maestro dell'artista, Plinio Tammaro.Grosseto: Quattordici sculture esposte all'aperto, nel cuore del centro storico di Grosseto. Da piazza Dante a piazza Duomo, da piazza Socci a piazza Baccarini, fino a via Manin. È la mostra “Donna in cammino” di Alberto Inglesi, organizzata dal Polo culturale Le Clarisse di Fondazione Grosseto Cultura con il Comune di Grosseto: verrà inaugurata sabato 13 giugno alle ore 13.30 in piazza Dante e resterà esposta fino al 5 agosto.

Alberto Inglesi è nato a Grosseto nel 1952 e da sempre vive e lavora a Siena, distinguendosi per la capacità artistica di trasformazione della materia: espone in Italia e all'estero in mostre personali e collettive. E ora a Grosseto.

«La mostra “Donna in cammino” – dice il maestro Alberto Inglesi – è un evento che va a coronare il mio rapporto con un luogo particolarmente significativo: oltre ad essere la mia città natale, il capoluogo maremmano è fortemente legato al mio maestro, Plinio Tammaro, che proprio qui fondò l'istituto d'arte che prima si chiamava “Pietro Aldi” e che attualmente è il Polo Bianciardi, proprio perché amava il territorio grossetano e desiderava colmare la mancanza di un punto di riferimento per la formazione professionale dei giovani artisti. Creò così una scuola contemporanea di scultura e divenne poi preside dell'istituto d'arte di Siena, i cui allievi nel tempo sono poi diventati docenti in istituti e accademie o artisti di fama internazionale. E non solo: Tammaro ha regalato alla città opere come il monumento all'alluvione, in via Ximenes, ed è stato protagonista di tante mostre, dalla prima alla Troniera negli anni Ottanta all'ultima al Cassero nel 2011. Tutte ragioni per le quali adesso sono particolarmente lieto di portare le mie sculture a Grosseto».

Fra i “seguaci” di Plinio Tammaro, infatti, Alberto Inglesi è l'artista che più di tutti ne ripropone gli insegnamenti. «”Donna in cammino” – conferma David Tammaro, il figlio di Plinio Tammaro – è un ciclo di importanti mostre itineranti e diffuse che impegna, in un canto corale, più luoghi urbani di un’intera città. La prima si è svolta recentemente a Siena, dove le opere hanno abitato e vissuto i più preziosi e frequentati spazi e palazzi cittadini, e ora il miracolo si ripeterà a Grosseto. Un evento significativo che si propone di porre arte e cittadino in un dialogo diretto, faccia a faccia, nella vita del quotidiano. Alberto Inglesi è uno dei rari esempi di scultore che domina la materia: uno scultore demiurgo. Ogni giorno ingaggia con coraggio la sfida della creazione, non la teme, fa parte della sua esigenza di esprimersi. Più è difficile, più lo esalta. Come mio padre Plinio Tammaro, suo maestro, Inglesi è un modiglianista, un raro artista che ha colto la lezione di Modigliani: pur conoscendo ogni linguaggio artistico contemporaneo, non ne ha abbracciato uno ma ha sviluppato un linguaggio più eterno e universale, originale, che nasce e si sviluppa in lui, con elementi universali ed eterni che si mescolano e forgiano un’arte nuova. Le sue sculture narrano un mondo in continuo divenire, carico di segni, simboli, forme classiche eppure straordinariamente contemporanee e innovative. Ad esempio l'angelo, tema fondamentale, portatore di notizia e di novità». Le sculture saranno esposte lungo un itinerario concertato tra l'artista e il Comune di Grosseto, proprio per far vivere le opere nello spazio urbano e consentire la partecipazione di chi le ammirerà. Tra le opere più significative, a Grosseto si potranno trovare Annunciazione (un bronzo del 1992), Dafne (1996, in bronzo e marmo), Situazione di donna (1988, in bronzo), Largo gesto (1998, in acciaio, bronzo e marmo), Attesa (1998, in marmo, bronzo e acciaio) e un'altra opera dedicata all'Annunciazione (1995, in bronzo).

«La forza di una mostra come “Donna in commino” ci colpisce e ci lascia senza fiato – dichiarano il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, e il vicesindaco e assessore alla Cultura, Luca Agresti –. Quello che l’artista Alberto Inglesi evoca è un universo femminile energico, introspettivo, fatto di sculture in grado di scrutare l’animo degli spettatori e far nascere in noi la necessità collettiva di riflettere sull’importanza della parità di genere nella società contemporanea. La scelta di ospitare nella nostra città questo viaggio alla scoperta dell’animo femminile vuole contribuire a tenere viva l’attenzione su questi temi e celebrare la sensibilità dello scultore Alberto Inglesi: le opere dell’artista ci impongono una riflessione significativa rispetto al ruolo delle donne nella società di oggi. Perché solo tramite il rispetto per le figure femminili, non solo capaci di creare vita ma di accompagnarla e proteggerla, possiamo riscoprire il vero valore della comunità e dell’uguaglianza sociale. Siamo perciò lieti di ospitare nella nostra città una mostra di così elevato valore: lo sviluppo di un’offerta artistica e culturale di alto livello si dimostra, ancora una volta, in grado non solo di trasmettere fascino, eleganza e armonia nell’ambito del contesto urbano, ma anche di apportare nel tessuto sociale della città importanti spunti di riflessione e di dialogo. L’esposizione dinamica delle opere d’arte, incastonate tra le meraviglie del nostro centro storico, rappresenta un’occasione unica per riscoprire la vera bellezza, in special modo quella che nasce dalla valorizzazione del territorio».

La mostra “Donna in cammino” è a cura di Mauro Papa e Alice Coiro, organizzata in collaborazione con Massimo Marinotti della Libreria Palomar di Grosseto, Giuseppe Orfino, Caterina Ristori e Vittorio Zanotti e il contributo di Sistema, Squarcia Trasporti e Generali. «Ricordo – spiega Mauro Papa, direttore del Polo culturale Le Clarisse di Fondazione Grosseto Cultura – che nel 2016 la manifestazione d’arte e animazione culturale urbana “La città visibile”, realizzata ogni anno nel centro storico di Grosseto, fu dedicata proprio alle donne. Così come La notte visibile della cultura, riservando loro l’esclusivo ruolo di protagoniste nella progettazione e realizzazione di tutte le iniziative. Le donne si ripresero la città, le strade e le piazze, mentre agli uomini era consentito solo interagire, quando consentito, e osservare. E oggi, dopo un lungo periodo di abbandono degli spazi pubblici per l’emergenza Covid-19, con la mostra di Alberto Inglesi le donne tornano a riprendersi il centro storico della città, anche se non più come protagoniste in carne e ossa ma, ancora una volta, come passivi simulacri della visione maschile. Ma indicatrici di una volontà nuova e sincera: quella di celebrare una civiltà “in cammino” verso un nuovo orizzonte di dignità delle donne, libero finalmente dall’ansia di potere, possesso e punizione che ancora oggi imprigiona i maschi di tutte le culture».

“Donna in cammino” è il primo evento pubblico – al di fuori della riapertura degli istituti museali – organizzato da Fondazione Grosseto Cultura dopo il lockdown. E non poteva che essere speciale. «È un regalo alla città – dice Giovanni Tombari, presidente di Fondazione Grosseto Cultura – fortemente voluto e condiviso da tutto il Consiglio d'amministrazione di Fondazione. L'intenzione era quella di organizzare e offrire un evento speciale che fosse particolarmente significativo per la ripartenza che stiamo vivendo dopo un lungo periodo di quarantena forzata per l'emergenza sanitaria. E quale occasione migliore di una mostra diffusa, dedicata alla figura femminile, nel cuore di Grosseto. Non solo per l’indubbio valore artistico delle opere di Alberto Inglesi, ma anche per il grande significato simbolico: l’universo femminile rappresentato dalle sculture di Inglesi non può che arricchire il centro storico di un’ulteriore bellezza, quella che raffigura la rinascita. È il rifiorire della vita dopo un periodo buio e incerto come quello che abbiamo attraversato e che ha cambiato per sempre le nostre vite. Ma non finisce qui. Perché questa mostra è un primo passo per lasciare alla città un nuovo progetto di arte pubblica».