Una vetrina olografica, concepita in Italia e realizzata in Europa, prende posto al MuVet

Castiglione della Pescaia: Una vetrina olografica, concepita in Italia e realizzata in Europa sarà presentata sabato 16 aprile alle ore 16:00 all’interno del Museo civico archeologico Isidoro Falchi di Vetulonia dalla sindaca di Castiglione della Pescaia Elena Nappi, che segue personalmente le politiche culturali della cittadina costiera e dallo staff della struttura diretta da Simona Rafanelli.

Saranno presenti all’inaugurazione Chiara Lanari dell’assessorato alla cultura della Regione Toscana e Francesco Tapinassi direttore di Toscana Promozione Turistica.

L’innovativo prototipo della vetrina presente all’interno del MuVet è stato realizzato grazie al contributo della Fondazione CR Firenze e lo scorso novembre è stato presentato a Paestum (Salerno), in occasione della XXIIIa edizione della “Borsa mediterranea del turismo archeologico”, dove, ospite d’onore dello stand della Regione, è stato scelto a rappresentare i progetti di eccellenza della Toscana per l’anno 2021, e nel mese di dicembre a Firenze dove si è tenuto “Tourisma, Salone dell’Archeologia e del Turismo culturale”.

L’amministrazione comunale era stata coinvolta insieme al MuVet nella cordata capitanata dal Museo diocesano di Pitigliano e dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, che aggiudicandosi il bando regionale “100 ricercatori per la cultura” mirava alla progettazione da parte dei ricercatori dell’Ateneo di un prodotto multimediale all’avanguardia, costituito dall’ultima versione di vetrina olografica, da sperimentare all’interno dei percorsi delle due sedi museali coinvolte.

Grazie al contributo di 15mila euro concessi da Fondazione CR Firenze, che ha riconosciuto la validità dell’eccellente progetto “Così lontano, così vicino. Tutto a Vetulonia, Vetulonia per tutti”, dedicato ad accrescere ulteriormente l’accessibilità totale del patrimonio della frazione castiglionese mediante la realtà virtuale, il MuVet ha potuto dotarsi di questo innovativo espositore e dei relativi contenuti, tesi, grazie all’utilizzo della tecnologia più avanzata, a valorizzare alcuni aspetti della storia dell’antica città, ricostruiti evidenziando in particolare il collegamento tra alcuni dei reperti conservati in Museo e i relativi contesti di provenienza, ossia le case e le tombe dell’etrusca Vetulonia.”

«A Paestum e a Firenze – ricorda la sindaca Nappi - sia gli addetti ai lavori, che la stampa specializzata, hanno descritto la vetrina olografica del Falchi come un’eccellenza. Grazie al partenariato fra amministrazione comunale, MuVet e il Dipartimento di Architettura dell’Università degli studi di Firenze-DIDA, il progetto ha permesso di sperimentare l’applicazione, nel  campo della musealizzazione, delle più innovative tecnologie all’interno del percorso espositivo, al fine di elaborare nuove formule di fruizione, rivolte in particolare alla proiezione olografica, di un patrimonio culturale articolato, che va dal singolo oggetto esposto nelle sale del museo, alle testimonianze architettoniche delle aree archeologiche.”

«I risultati conseguiti – tiene a precisare Elena Nappi - hanno consentito da un lato l’approfondimento della conoscenza scientifica dei beni oggetto di ricerca, grazie alla loro digitalizzazione, e dall’altro un aggiornamento tecnologico del percorso museale e infine anche l’approfondimento dettagliato di nuove forme di rappresentazione e trasmissione delle immagini e delle informazioni secondo sistemi di ultima generazione».

«Sul fronte scientifico – precisa Simona Rafanelli - il principale risultato raggiunto è consistito nell’approfondimento dei temi storici trattati nell’ambito della collezione del museo, per mezzo tanto dello studio bibliografico quanto di quello condotto attraverso le varie forme di rilievo impiegate. In particolare, il rilievo ad altissima definizione ha permesso un aggiornamento della lettura dei reperti archeologici presi in esame. Nel campo della musealizzazione il progetto ha dato prova di saper legare insieme la modalità classica di disseminazione dei beni del patrimonio storico, archeologico e architettonico con una visione più ampia del loro contenuto. Ha contribuito allo sviluppo e alla crescita del museo, da sempre orientato e favorevole tanto all’aggiornamento della proposta espositiva, in continuo dialogo con la continuazione della ricerca scientifica, quanto al conseguimento di una accessibilità il più possibile aperta e disponibile ad un pubblico a sua volta ampio e diversificato».

«Al MuVet – spiega la sindaca – dove sono presenti quasi 800 reperti, il lavoro ha preso avvio dall’individuazione di un preciso storyboard narrativo a partire dal quale comporre, in seguito, i contenuti del video da inserire nell’espositore olografico, con l’intento di valorizzare alcuni reperti e di connetterli al loro contesto archeologico di provenienza, come nel caso da un lato della stele funeraria in pietra del principe guerriero Auvele Feluske e della tipologia funeraria di provenienza, e dall’altro del prezioso gruppo di bronzetti recuperati dallo scavo della Domus dei Dolia, una struttura residenziale visitabile nell’Area archeologica di Poggiarello Renzetti.».

«In relazione agli spazi museali – prosegue la prima cittadina - e al percorso di visita del Museo e dell’Area archeologica, il progetto si è quindi avvalso dell’utilizzo di tecnologie avanzate per l’elaborazione di modelli tridimensionali destinati alla divulgazione scientifica o meno, che hanno consentito un’ulteriore valorizzazione del patrimonio archeologico, costituito sia dai reperti della collezione permanente del Museo, sia dai resti monumentali e strutturali ancora in situ nelle Aree archeologiche, sia da reperti provenienti dagli scavi dell’antica Vetulonia ma conservati in altre sedi,».

«Il ritorno, seppure in alcuni casi “virtuale” di questi reperti nel loro contesto originario – conclude la sindaca Elena Nappi – consentirà al MuVet di ricomporre il patrimonio locale e di offrire, attraverso quegli oggetti “vicini e lontani” fondamentali per la ricostruzione della vicenda storico-artistica e culturale della Vetulonia etrusca, il racconto completo e pienamente comprensibile della stessa, un racconto coerente e accessibile a tutti i segmenti di pubblico, aspetti fondamentali di questo percorso a cui il titolo del progetto fa riferimento».