Sex Toys: analisi dell’impatto Covid sul settore

Qual é l’impatto della pandemia sui brand del settore adult e sex toys? A due anni dall’inizio di questo dramma collettivo, che ancora non ha trovato un punto finale, si cerca di proiettarsi verso il futuro nonostante l’incertezza, senza però smettere di guardarsi alle spalle per capire, analizzare e imparare da questa esperienza.

Proprio in questi giorni, con i dati alla mano di questi anni di pandemia, molti settori cercano di tirare le somme e adattarsi alla nuova realtà. In questa occasione ci concentriamo su un settore specifico, quello dei sex toys, per capire qual è stato finora l’impatto del Covid.

Il cambio di rotta del colosso mondiale dei preservativi

Dal fronte del mercato dei condom, purtroppo, non arrivano buone notizie. Il sito statunitense Quartz, specializzato in economia globale, proprio in queste settimane ha reso noto che i produttori di preservativi hanno registrato forti perdite per via dell’effetto Covid.

Un esempio fra tutti è quello della Karex Berhard, azienda malesiana che produce circa il 20% dei preservativi distribuiti in tutto il mondo, che ha registrato in questi anni pandemici una riduzione del 40% delle sue vendite.

Il sentimento di incertezza non è l’unico fattore che ha determinato il crollo delle vendite dei preservativi. Tra gli elementi che hanno contribuito al calo delle vendite gli esperti indicano: le restrizioni alla libera circolazione e le chiusure di luoghi di incontro come bar e discoteche, che hanno portato alla drastica riduzione dei rapporti sessuali occasionali, e la chiusura di motel e hotel e la cessazione di attività di sesso a pagamento. Inoltre, bisogna ricordare che anche molti programmi di contenimento demografico sono saltati o sono stati ridimensionati a causa della pandemia. Come conseguenza, i fabbricanti di preservativi hanno perso alcuni dei principali acquirenti.

Ma i produttori di preservativi non sono rimasti a piangersi addosso e mentre attendono tempi migliori per questo prodotto, molti come ​​la Karex Berhard hanno riorientato la produzione sfruttando la materia prima per la fabbricazione di guanti in lattice.

(Grafico Sex Toys Market)

 

Il Covid e l’industria dei sex toys due anni dopo

Se i produttori di condom hanno dichiarato apertamente la crisi con una forte flessione delle vendite, per altri fabbricanti del settore le cose sono andate diversamente.

Infatti, utilizzando la SEO suite made in Italy SEOZoom abbiamo analizzato l’evoluzione delle ricerche web degli utenti circa alcuni accessori erotici specifici e i brand più noti del settore. I risultati sono positivi e controcorrente rispetto ad altri settori del mercato sui quali la crisi scatenata dalla pandemia ha avuto un impatto poco favorevole.

In primo luogo, prendiamo in considerazione i dati di traffico di uno degli accessori per l’autoerotismo più popolari, il dildo, ovviamente. Comparando il volume delle ricerche tra il 2021 e il 2020 si apprezza come i numeri siano rimasti pressoché invariati.

 

Molto simile il risultato dell’analisi del termine “vibratori” un sinonimo di dildo. Nel grafico si apprezza un chiaro aumento delle ricerche da parte degli utenti nell’anno precedente, chiaramente in concomitanza con l’inizio del lockdown e le successive proroghe e restrizioni tra marzo e luglio 2020.


Il trend delle ricerche per quanto riguarda i sex toys “vagina finta” aveva registrato un picco a inizio 2020 con successivi alti e bassi durante lo stesso anno e una tendenza a stabilizzarsi intorno alle 1500 query mensili durante il 2021.

 

Passando ai marchi, il discorso è molto simile. Il termine “fleshlight”, per esempio, mostra una forte impennata nel trend di volume di ricerca degli utenti online. Fleshlight è il brand famoso per i suoi masturbatori a forma di torcia nati negli anni ‘90 per offrire una masturbazione maschile di alta qualità, più realistica e appagante. Oggi il marchio è conosciuto a livello internazionale per la sua linea Fleshlight Girls, masturbatori che riproducono le vagine delle pornostar più amate al mondo. Come succede per i vibratori, anche per “fleshlight” l’aumento esponenziale delle ricerche sui motori di ricerca coincide con le prime fasi del lockdown e si protrae per alcuni mesi fino a tornare ai livelli medi precedenti al confinamento.


 

Sul web gli utenti sono rimasti fedeli anche il brand Lelo, marchio di design svedese e uno dei maggiori fornitori a livello mondiale di prodotti intimi, oggetti per il piacere di alta qualità, oltre a candele e oli da massaggio. Rispetto a Fleshlight, il trend delle ricerche è stato molto più forte dopo l’estate 2020, con la seconda ondata del virus e la ripresa delle restrizioni alla mobilità e le chiusure.

Neanche il brand di masturbatori TENGA ha perso i suoi seguaci nei momenti di maggior crisi pandemica. Anzi, come altri produttori di sex toys si è giovata delle varie fasi del lockdown grazie alla sua offerta online e alla promessa di migliorare l’esperienza di masturbazione maschile per creare piacere. La tendenza delle ricerche relative a questo marchio ha registrato un forte incremento a luglio 2020 e poi a settembre dell’anno scorso, mantenendo un trend stabile per il resto del periodo analizzato.


 

Stabile si è dimostrato anche l’interesse nei confronti del brand Womanizer, specializzato in vibratori di alta qualità per soddisfare le donne. Così come si è verificato per altri marchi del settore dei giocattoli erotici e per alcuni accessori specifici come i vibratori, l’interesse degli utenti è rimasto invariato nonostante il Covid con picchi di ricerche in periodi chiave come la primavera-estate del 2020.



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A differenza di quanto è accaduto per altri settori, l’effetto Covid sul mercato dei sex toys è stato positivo o, quanto meno, non ha inciso negativamente sulle tendenze di ricerca online. Sembrerebbe, anzi, che in alcuni casi l’incertezza e la nuova realtà abbiano portato molti ad esplorare nuove opzioni anche nella sfera intima.