Vulcano Tonga: Save the Children, 28.000 bambini colpiti dall’eruzione sottomarina

I bisogni umanitari rischiano di essere enormi L’Organizzazione teme per i rischi sulla salute di migliaia di minori a causa dell'inquinamento da ceneri nell'acqua potabile, poiché molte sorgenti risultano essere contaminate da metalli pesanti. Save the Children è pronta a intervenire e mette a disposizione il proprio programma per l’apprendimento a distanza nelle isole più remote Si stima che almeno 28.000 bambini e 80.000 persone siano stati colpiti, su una popolazione di circa 100.000, in seguito all'eruzione di un vulcano sottomarino vicino a Tonga che sabato ha innescato uno tsunami.

Questo l’allarme di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

Almeno tre persone sono state uccise e 50 case sono state distrutte, e come confermato dal governo di Tonga, sono stati segnalati ingenti danni sul lato occidentale delle isole Tongatapu, 'Eua e Ha'apai, dove la maggior parte delle famiglie sono sfollate e hanno trovato rifugio da parenti. In alcune parti dell'arcipelago del Pacifico meridionale le comunicazioni sono ancora interrotte.

L’eruzione vulcanica è stata segnalata a circa 65 km (40 miglia) a nord della capitale Nuku'alofa e ha scatenato uno tsunami che ha travolto parti dell'arcipelago. L'eruzione ha emesso un pennacchio di cenere, vapore e gas, che si è innalzato a circa 20 km sopra il vulcano e ha ricoperto parti del Paese di cenere e fumo.

Una valutazione completa dei bisogni umanitari non è ancora possibile a causa della mancanza di apparecchiature di comunicazione funzionanti e dell'inaccessibilità di alcune delle aree più colpite. Oltre alle preoccupazioni per il benessere delle famiglie che hanno perso la casa, si teme per i rischi per la salute dei bambini e dei loro genitori a causa dell'inquinamento da ceneri nell'acqua potabile. Le autorità hanno già segnalato che alcune sorgenti d'acqua sono contaminate dalla cenere, che può contenere metalli pesanti come rame, cadmio e arsenico.

“Man mano che il quadro relativo alla situazione di Tonga diventa più chiaro, crescono le preoccupazioni di Save the Children per i bambini e le famiglie colpite. Le scuole avrebbero dovuto riaprire il 31 gennaio, ma i danni e la distruzione degli istituti scolastici ritarderanno indubbiamente la ripresa delle lezioni. Save the Children è pronta a sostenere la gente di Tonga in ogni modo possibile” ha dichiarato Shairana Ali, CEO di Save the Children Fiji, che ha aggiunto: “Gli abitanti delle isole del Pacifico sono tristemente abituati ad affrontare i disastri. Con l’innalzamento delle acque marine nel Pacifico a causa del cambiamento climatico, Paesi come Tonga e Fiji sono più vulnerabili più che mai agli tsunami. Nonostante la resilienza e la capacità di adattarsi, bastano pochi metri d'acqua in più per coprire una casa, per uccidere un bambino o una famiglia".

Il cambiamento climatico sta ponendo minacce sempre più gravi a molte isole del Pacifico, in particolare agli atolli bassi e alle comunità costiere, che a causa dell'innalzamento delle acque marine, sono più vulnerabili all'impatto di tsunami ed eruzioni vulcaniche.

A Tonga, Save the Children in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione implementa un programma di apprendimento a distanza utilizzando la tecnologia per raggiungere le isole periferiche e le popolazioni remote. I partner dell’Organizzazione sono pronti ad attivare questo servizio, noto come Hama eLearning Platform, per supportare l'istruzione e la formazione come risposta alle emergenze.