Un’idea di Maremma: la versione dei fotografi
Carlo Bonazza proietta e racconta 100 anni di fotografie: 1860-1960.Marina di Grosseto: Martedì 25 agosto alle ore 21.30 al Forte San Rocco di Marina di Grosseto serata conclusiva del San Rocco Festival dedicata all’identità della Maremma: Carlo Bonazza, fotografo grossetano, editore e insegnante di fotografia, creatore di ricerche e libri di immagini sui luoghi, il paesaggio e le trasformazioni della sua terra, presenta il suo più recente lavoro: “Un'idea di Maremma, la versione dei fotografi 1860 - 1960”.
E’ una storia per immagini, una serata di proiezione e racconto: come i fotografi hanno rappresentato questa terra, le loro vite, la loro visione, le tracce che hanno lasciato.Fra gli altri viaggiatori, infatti, anche i fotografi hanno percorso la Maremma. I primi venivano con il mulo, piantavano la grossa macchina di legno nel fango, quando a guardarci dentro tutto era buio, sfumato e capovolto, forse apparivano solo fantasmi. Altri più tardi arrivavano in automobile fra la polvere e lo stupore, l’auto talvolta si vede, lucida e nera in un angolo della foto. Altri ancora avevano una piccola macchina nell’astuccio di cuoio ed erano veloci, quasi invisibili. Tutti si sono fermati, hanno scelto una posizione da cui guardare e raccolto nel loro rettangolo di vetro o di carta un frammento piccolo di un orizzonte grande, lo hanno fermato per sempre.
Fra gli autori presentati c’è l’artigiano ottocentesco che girava per le poche strade con il carro come camera oscura, alcuni eccellenti dilettanti di nobile famiglia proprietari di terre vastissime, qualche fotografo di paese, un antropologo svizzero che studiava la lingua dei contadini, il personaggio cosmopolita e avventuroso, il “fotografo dei briganti”, gli intraprendenti reporter e i documentatori eventi e costumi. Ci sono anche gli onesti artigiani senza nome, realizzatori di campagne su incarico che facevano vedute calligrafiche e celebrative, fotografie “in nome collettivo” per documentare le bonifiche o la riforma agraria o le semplici cartoline.
Per finire una breve rassegna delle fotografie più amate, quelle degli affetti personali, incollate negli album di famiglia, sepolte nei cassetti di casa o appese a ingiallire al muro. Cose materiali, nate prima dell’epoca del diluvio fotografico, toccate, scritte, tagliate, strappate, sicuramente anche baciate, addirittura cucite. Una volta esposte nuovamente alla luce hanno cambiato sostanza: sono diventate reliquie.
Fra gli autori presentati: Vincenzo Choquet, Piero Azzolino, Giulio Guicciardini, Felice Andreis, Ausonio Ulivi, Adolfo Denci, Paul Scheuermaier, i fratelli Alinari, Corrado Banchi, i fratelli Gori.
L’ingresso è gratuito, la prenotazione è obbligatoria.
Si raccomanda di seguire le istruzioni per le norme anti-Covid.