Filippo Tronchi, unico italiano premiato al Concorso "Leonardo 4 children"
Toscana: su uso foto minori sui social Codacons presenta esposto a Procure della Repubblica
Firenze: In occasione della Giornata dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza il Codacons ha presentato un esposto alla Procure della Repubblica competenti per la Toscana, affinché si indaghi anche in regione sul fenomeno dello “sharenting”, ossia la pubblicazione incontrollata di foto di minori sui social network da parte degli stessi genitori.
“Da anni denunciamo alle autorità competenti le foto di bambine e bambini pubblicate da persone comuni, influencer e genitori vip sui social network in barba a tutte le disposizioni in tema di privacy dei minori, ma nessuno finora è mai intervenuto – spiega il presidente Carlo Rienzi - Un fenomeno quello dello “sharenting” estremamente pericoloso, perché le foto dei minori finiscono senza alcun controllo sulle piattaforme dei social network e nonostante i bambini non possano esprimere il proprio consenso, e soprattutto col rischio che le immagini finiscano nelle reti dei pedofili o siano utilizzate per fini illeciti. Un pericolo direttamente proporzionale al numero di followers dei genitori che violano la privacy dei propri figli, spesso a scopi commerciali mercificando l’immagine dei bambini”.
In Italia le norme che vietano di pubblicare sui social le foto dei minori esistono, ma nessuno le applica – prosegue il Codacons – Basti pensare alla Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia, o alla Convenzione europea sull’esercizio dei diritti del minore del 1996, e alla Carta di Nizza del 2000, norme che tutelano la privacy e l’immagine dei minori ma che vengono costantemente violate.
“Per questo abbiamo presentato oggi un esposto alle Procure delle principali province della regione, all’Agcom e al garante per la privacy, chiedendo di aprire una indagine in regione e intervenire per oscurare i profili social di genitori, influencer e vip che pubblicano immagini dei propri figli in violazione delle norme internazionali” – conclude Rienzi.