SPI CGIL: conclusa la raccolta firme a sostegno della proposta di legge regionale sulla Sanità
Giovannelli (Spi): «7.900 firme consegnate da Spi, Funzione pubblica e Cgil a Marcello Giuntini delegato Anci, a sostegno del finanziamento del Ssn a 4 mld all’anno »
Grosseto: Il Sindacato pensionati italiani (Spi), Funzione pubblica (Fp) e Cgil hanno consegnato in provincia al delegato dell'Anci Toscana, Marcello Giuntini, le 7.900 firme raccolte a sostegno della proposta di legge del Consiglio regionale della Toscana che prevede la destinazione di almeno quattro miliardi all'anno al Servizio sanitario nazionale e lo sblocco delle assunzioni di personale in sanità. Per le due organizzazioni di categorie e la Cgil confederale, infatti, il tema dell'accesso universale ai servizi sanitari rimane uno dei punti cardine della propria piattaforma, oltre che target sul quale devono essere destinate risorse adeguate già a partire dalla prossima legge di bilancio.
Com’è avvenuto in tutta la Toscana, Cgil, Fp e Spi della provincia di Grosseto hanno promosso per oltre un mese la raccolta di firme a sostegno della proposta di legge sulla sanità approvata a maggioranza dal Consiglio Regionale Toscano. Che si è data l’obiettivo di un aumento minimo di 4 miliardi di euro all’anno dal 2023 al 2027 per finanziare il Sistema sanitario nazionale, al fine di raggiungere la soglia di spesa per la sanità equivalente al 7,5% del Pil. Portando l'Italia allo stesso livello che per questo tipo di spesa pubblica Anna stati come Germania, Francia e Spagna. Nella Legge di bilancio 2024, infatti, il governo Meloni ha previsto un finanziamento pari ad appena il 6,4% del Pil: un punto percentuale del quale vale circa 18 miliardi di euro.
«Durante questo mese - sottolinea anche a nome di Fp e Cgil il segretario provinciale dello Spi Cgil, Erio Giovannelli - abbiamo raccolto oltre 7.900 firme nella nostra provincia. Un bel risultato ottenuto grazie all’apertura delle nostre sedi e ai 63 banchetti organizzati davanti a ospedali, nei mercati settimanali, nei supermercati e distretti sanitari, grazie al lavoro volontario di oltre 100 tra delegati sindacali e attivisti».