Rigassificatore di Piombino: la Federazione PCI di Grosseto conferma e rafforza il NO

Grosseto: La Federazione di Grosseto ribadisce il NO del PCI al rigassificatore per ragioni di metodo e merito che sono state ben precisate anche durante la trasmissione televisiva su TV9.

«Per il metodo - si legge nella nota - che vede per l’ennesima volta calare dall’alto una scelta ignorando il territorio, le istituzioni, i cittadini e le attività produttive, imponendola senza alcun confronto. E questo con complicità della Regione e del presidente Giani che già nel 2021 si era espresso su vicende analoghe minacciando “maniere forti” e risoluzioni con i “carri armati”. Questa non è DEMOCRAZIA.

Nel merito diciamo NO perché non sono state effettuate le valutazioni su quello che sarà l’impatto vero dell’impianto sulle attività produttive come ittiocoltura e turismo. Sull’ultimo aspetto Piombino lo è già ma deve esserlo sempre di più, il porto di accesso dei turisti alla val di Cornia, val di Cecina e Colline Metallifere – Golfo di Follonica. Si semplificano le procedure evitando, con una letterina di Cingolani (Ministro dimissionario), la Valutazione di Impatto Ambientale, si minimizza sui rischi per la sicurezza.

Infine buona parte di quelle che oggi vengono vendute come “compensazioni” sono promesse già sul tavolo da anni mai realizzate che ci fanno dubitare della bontà e veridicità da parte di chi oggi le rispolvera e le vuole mettere come contropartita.

Siamo con i piombinesi e con le ragioni di un sindaco che, al di là della propria appartenenza politica, esprime una posizione chiara, trasparente, condivisa.

Stiamo con quel popolo che ha rappresentato anche con la parte dell’Alta Maremma Grossetana, la Storia di un’attività estrattiva e industriale importanti che hanno dato pane e lavoro a migliaia e migliaia di famiglie che sono stufe di essere solo sfruttate.

A questo si deve aggiungere che le motivazioni, in primo luogo del presidente Giani e di tutta la sua corte, che continuano a sostenere la scelta del rigassificatore per abbattere i costi delle bollette reggono relativamente.

È bene sapere a quanto rivelano fonti d’informazione non putiniane o filo putiniane che Eni ha bloccato il prezzo del gas con contratto con la Russia 10 anni fa. E continua a pagarlo a quel prezzo.

Ma per la bollettazione si applica il prezzo determinato dalla borsa di Amsterdam.

Quindi lo si compra a 2, come da contratto, e lo si rivende a 30, grazie alla borsa per un nobile obiettivo: PURA SPECULAZIONE.

Eni con questo meccanismo ha avuto un utile di 600 miliardi nei primi 6 mesi di quest'anno ed ha spostato la sede legale in Olanda. In più: la società che in borsa contratta il gas, per pura casualità e fatalmente è americana.

Nel contempo però sta alzando artificiosamente il prezzo del gas, in modo che i paesi europei siano costretti a comprare (al triplo del prezzo) il gas americano che, esportatori di democrazia, libertà ora per bontà loro, mossi da humana pietas, ce lo vendono, insieme agli F35.

Proseguiamo su questa strada - conclude la nota del PCI - ricordando che così piccole, medie e parte di grandi imprese rischiano il collasso e le famiglie la povertà senza che nessuno possa dire che siamo alla canna del gas, non potremmo più permettercelo».