Polemica infinita. Sentenza Termine, Cgil: 'Segretario Renzetti interviene per chiarire alcune cose'
Renzetti: "Il sindaco di Piombino non può negare l’evidenza e giocare al massacro per motivi politici su una sentenza del giudice del lavoro. Si tratta di diritti del lavoro non di lotta politica".
Grosseto: «Con oltre 500 vertenze all’anno che patrociniamo come Cgil di Grosseto – dichiara il segretario della camera del lavoro, Claudio Renzetti - combattere contro i licenziamenti illegittimi è nostro triste pane quotidiano. E di solito incassiamo le vittorie mantenendo un profilo basso.
Ma sull’esito del brutale licenziamento di Giacomo Termine da parte del sindaco di Piombino, alcune riflessioni meritano di essere rese pubbliche. Perché, a dispetto dell’età anagrafica delle persone coinvolte, la sentenza del giudice del lavoro ha messo nell’angolo un’idea trita, vecchia e inquietante. Quella che al ruolo di rappresentanza elettiva di una comunità, possa accedervi soltanto chi se lo può permettere per condizione sociale. Con la sentenza del tribunale di Livorno, infatti, è stato sconfitto il delirio di onnipotenza di chi per i propri interessi di parte, come il sindaco di Piombino, ha tentato strumentalmente di spacciare per intollerabili privilegi dei diritti costituzionali.
Un ulteriore elemento di preoccupazione, inoltre, sta nel fatto che di fronte a una sentenza così inequivocabile, Ferrari reagisca buttandola in caciara. Negando pure l’evidenza, in una dimensione parallela dove il merito delle cose non conta, ma vince solo chi la racconta meglio.
Se passasse questa logica intollerabile, significherebbe che un lavoratore che prende permessi per assistere un figlio disabile, o che si ammala per una grave patologia, oppure una donna che rimanesse incinta con una lunga maternità a rischio, o ancora il sindaco di un piccolo comune che per campare ha bisogno di un lavoro e quindi prende temporaneamente permessi legittimi, sarebbero tutti alla mercé della volontà del politico o del datore di lavoro di turno. È bene che le persone riflettano su questo".